In bicicletta tra colline, olio e tartufi

Prendi una mattina di ottobre, magari sulla Riviera dei Fiori, con un clima primaverile: ecco, il mio secondo giorno trascorso nella Liguria di Ponente è iniziato così. Lasciamo il delizioso Villaggio dei Fiori che ci ha ospitati mentre Silvia, dello staff, ci chiede di tornare presto e con più calma, e poi ci fa ciao con la mano da lontano.

Quindi attraversiamo colline illuminate da un tiepido sole prima di arrivare in uno dei borghi più belli d’Italia, Finalborgo, la parte antica di Finale Ligure, in provincia di Savona. Qui ci aspetta Riccardo, che vive qui e assomiglia da matti a Daniele Silvestri, per portarci alla scoperta del centro storico dentro alle mura.

Tra le altre curiosità Riccardo ci spiega che il borgo è impreziosito da palazzi quattrocenteschi e di epoca rinascimentale, modificati nel periodo della dominazione spagnola.

 
Ma è sulla collina sopra al borgo che ci aspetta un’esperienza unica: all’Azienda Agricola Sacone, in località Perti, raccogliamo per qualche minuto le olive insieme ai membri della famiglia, provando le sensazioni di chi vive e lavora la sua terra. Quella della famiglia Sacone è una raccolta di olive mature al punto desiderato e non trattate chimicamenteche, che quindi punta alla qualità; il risultato è l’Olio extra vergine di oliva Cultivartaggiasca. Intorno a noi anche i vigneti, da cui nascono il Vermentino e il Lumassina (bianchi Dop) e il Tormellina (rosso Igp).

 

Ma ti accorgi di quanto speciale è quel momento quando Bruno e Giuseppe, proprietari insieme alla mamma, ci fanno entrare nella loro casa risalente all’anno 1000 per offrirci tutto ciò che producono con così tanta passione, ovvero vino, olio e miele, addirittura accompagnati da un pò di focaccia con un pesto semplicemente perfetto e formaggetta: condivisione, uniti attorno a un tavolo, di prodotti di quella terra e di storie di quella famiglia. E quello che doveva essere un breve aperitivo assomiglia più a un pranzo tra amici, con ogni tipo di bottiglia aperta, focacce passate di mano in mano, bocche piene e pance felici. E compagne di viaggio d’oltreoceano che cercano di guastarsi il più possibile quei sapori irrepitibili, unici, che solo la cucina italiana sa regalare.

Ma troviamo ancora profumi e sapori di queste zone alla trattoria La Grotta, in località Le Manie, dove una leggera brezza che sa di ulivi entra all’improvviso dalle grandi finestre della sala portando con sé il silenzio e la quiete di quei luoghi.

È un peccato non riuscire a finire tutto quello che c’è nel piatto, e qui capiamo che più che un tour di attività all’aria aperta sta diventando un vero tour de force culinario, ma qualcuno doveva pure farlo! 😉

Stiamo ancora gustando le frittelle di mele per dessert che ci ritroviamo in sella alla mountain bike per scendere verso Varigotti seguendo Riccardo tra i tornanti, gli asinelli, gli ulivi e le vigne, scorgendo poi l’attimo in cui una piccola macchia di mare è illuminata dal sole che si fa largo tra le nuvole al tramonto.

Non ero mai andata in mountain bike vista mare: altra esperienza inaspettata, sportiva ma allo stesso tempo fattibile spuntata dalla mia lista.

Ma ora viene il bello, un’esperienza che vorrei quasi quasi inserire nel curriculum: la caccia ai tartufi insieme a Pongo, Kira e Luna, accompagnati dai padroni nonché tartufai dell’Associazione Tartufai e Tartuficoltori Liguri. Siamo a Millesimo, nei boschi della Val Bormida, a pochi km dal Piemonte. È ormai sera e con le torce seguiamo i cani che cercano, fiutano e infine trovano alcuni tartufi bianchi pregiati, davvero un’esperienza da provare una volta nella vita.

Mentre i cani si danno da fare noi chiacchieriamo con i tartufai, e vorresti chiedergli tutto senza sembrare invadente, ma loro sono davvero gentilissimi e ci raccontano con grande semplicità quello che è il loro mondo. Scopriamo che un bravo cercatore conosce almeno un centinaio di tartufaie e ha un cane dal fiuto eccezionale. I tartufi si cercano di notte perchè normalmente il tartufo nasce sempre sotto la stessa pianta (ad esempio tiglio, rovere, pioppo): e quindi è meglio non farsi vedere da altri colleghi, se si vuole continuare a cercare e di conseguenza trovare l’agognata pepita.

Gustarli al calduccio dopo aver seguito la ricerca nel bosco? Un altro sapore, davvero! All’Osteria del Castello a Cengio Alto siamo davvero tra amici (e tra tartufai): le cene che piacciono a me. Un pò di polenta, fonduta e una spolverata di tartufo bianco ci regalano momenti goduriosi insieme al pan fritto, al formaggio con tartufo nero e al bunet, budino tipico piemontese.

Cosa voglio ricordare meglio di questa intensa e assolutamente insolita giornata di fine ottobre?
Il profumo del mare appena sveglia, il tempo fermato in una palla di neve a Finalborgo, la focaccia con il pesto passata di mano in mano, tende bianche che svolazzano fuori da una finestra, adrenalina scendendo su due ruote verso il livello del mare; e poi l’eccitazione di scovare un gioiello di tartufo nel bosco con la sola luce delle torce e della luna. E infine voglio ricordarmi il calore di una cena autunnale dove ho mangiato davvero di gusto, tra persone genuine e con quell’immancabile semplicità che rende bella la vita.
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9 Commenti su In bicicletta tra colline, olio e tartufi

  1. kontiki
    13/11/2012 alle 16:53 (11 anni fa)

    Grazie per questo bellissimo viaggio estemporaneo dentro la natura.
    Una perfetta descrizioni ha accompagnato la mia curiosità brava Silvia!!!

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  2. Eva
    11/11/2012 alle 21:38 (11 anni fa)

    Un posto meraviglioso… Io organizzo eventi per sopravvivere, ma per vivere viaggio e scrivo quando posso. Mi ritrovo nella tua descrizione. Baci.

    Ubique Chic, H2O Fashion added

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  3. Entrophia | Behind Green Eyes
    11/11/2012 alle 2:33 (11 anni fa)

    Ma che meraviglia! Sai, anche da me in Puglia è fortemente radicata la raccolta delle olive e la produzione in proprio dell'olio. La mia famiglia ne produce, giusto per la gestione famigliare e ti dico che non lo cambierei per nessun olio al mondo e che quando ho visto la foto su, con l'olio versato sul pane, ho pensato che chi può permettersi oggi questi piccoli "lussi" è davvero fortunato: niente contaminazione, solo buon cibo.
    La caccia ai tartufi mi ha sempre incuriosito, quei cani sono proprio in gambissima! 😀 Bellissime foto, come sempre, e bellissime sensazioni attraverso i tuoi testi, SIlvia.

    Un bacio e buona domenica.

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  4. Silvia
    10/11/2012 alle 18:38 (11 anni fa)

    Grazie Valentina, detto da te è un complimento che fa proprio un gran piacere.

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  5. Rose Mel
    10/11/2012 alle 18:36 (11 anni fa)

    Che bellezza! Non conosco per niente la Riviera di Ponente, solo la mia di Levante! Quante cose da vedere e vivere assolutamente prima o poi *-*
    bellissime foto 🙂 migliori sempre di più!

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  6. The Nature Jotter
    08/11/2012 alle 13:15 (11 anni fa)

    Che belle foto deve essere stata davvero un'esperienza interessante! 🙂

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  7. Scarabocchio Girl
    08/11/2012 alle 0:01 (11 anni fa)

    Ma che meraviglia! Le tue foto sono molto belle e che bei luoghi! Non conosco la Liguria, ma dopo aver visto queste foto mi fai venire voglia di andarci!

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  8. Silvia
    07/11/2012 alle 17:30 (11 anni fa)

    Grazie Francesca, sono contenta che da ligure tu ti sia ritrovata nelle mie parole e foto.
    Vai a cena a Cengio allora, non rimandare! Alessandro e tutto lo staff ti aspettano!
    PS: benvenuta a bordo, nella barra in alto trovi i miei post divisi per argomenti, se ti va di leggere anche i miei vecchi viaggi oltre che i prossimi. 🙂

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  9. Francesca
    07/11/2012 alle 17:26 (11 anni fa)

    Ma ciao! Hai visto che meraviglie ci sono in Liguria? Io abito verso Albenga, poco distante dai luoghi che hai visitato e devo dire che hai reso perfettamente l'idea di come, in Liguria, si possono vivere diversi scenari in pochi km. (l'osteria del castello di Cengio dev'essere ottima, fanno cene a tema ed è un bel po' che voglio andarci…).
    Tengo d'occhio il tuo blog, da oggi! 🙂

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