Ma allora è questa, la felicità?

Mi sa di sì.

Manca un mese ai miei 29 anni.

L’ultima volta che li compio “con il 2 davanti”.
A ottobre dell’anno scorso ho scritto un post sull’avere 28 anni e mi accorgo che in meno di un anno ho davvero stravolto tutto. Ho fatto ciò che il mio cuore chiedeva, l’ho ascoltato, per una volta.
Dove sono arrivata oggi?
Mi guardo indietro verso questo anno del cambiamento, iniziato a tutti gli effetti il 20 marzo, quando ho chiuso quella porta. E sono tornata a sorridere.
[Se ripenso a questi mesi felici, penso a questa musica con cui ho scritto questo post.]
Ho il “brutto” vizio, nella mia mente, di ricollegare i periodi e i mesi della mia vita solo ai viaggi che ho fatto, ai posti che ho visto. Ricollego una data a un’esperienza di viaggio fatta, non a ciò che mi succede nella vita di tutti i giorni. Quindi capita che se non viaggio io abbia dei buchi sul calendario dei ricordi, a meno che non siano successi eventi molto particolari a casa, con famiglia o a amici.

Prima di quel 20 marzo c’è stata Londra, a gennaio. Poi le Fiandre, a febbraio. E Livigno e la Val di Fassa, a marzo.

Ma torniamo per un attimo al 19 febbraio: non dimenticherò mai quel giorno.

Non ho mai parlato molto dei 2 anni di vita trascorsi da sola nelle Langhe. Sono stati difficili, anche se non davo a vederlo. E mi spiace perchè solo alla fine ho conosciuto meglio alcune persone amiche. Sono stati difficili perchè sentivo di non essere al MIO posto.

Qualcuno mi ha chiesto che cosa a un certo punto mi ha fatto capire che era arrivato il momento di mollare tutto e andarmene.

In realtà è iniziato tutto lo scorso ottobre. Al Tbdi di Rimini ho conosciuto persone che mi hanno ispirata e hanno condizionato il mio modo di vedere il mondo e la vita. Dei sognatori, delle persone stimolanti, che ringrazierò all’infinito nonostante il tempo e la distanza. A ottobre ho iniziato a covare il desiderio di libertà, che in 4 mesi non ha fatto altro che crescere.
Ero a tavola, come al solito pranzando da sola: era metà febbraio, avevo appena sentito su skype the boy with the suitcase che era a Singapore da 1 mese e mezzo. Ho messo giù, il Tg parlava di qualcosa di banale. E sono sbottata.
Avete presente quando trattenete le lacrime con la forza e sentite le guance esplodere come un palloncino? Ecco. Sono esplosa per uno di quei pianti rapidi e potenti, di quelli che dici “no, non è normale”.

Ecco, io penso che per stare bene devi arrivare a stare male. Tanto male. E io ci sguazzavo dentro da mesi.Apatia, routine, quotidianità, gli stessi movimenti identici ogni giorno.

Ti alzi col piede sinistro, tiri su la tapparella, scaldi il latte al microonde, accendi la tv in cucina, tiri su un’altra tapparella. Sei al primo piano e allora prima di andare in ufficio tiri giù la tapparella. Spegni la tv. Chiudi a chiave la porta. Torni per pranzo. Accendi la tv, tiri su la tapparella. Mangi, intanto leggi le mail di lavoro arrivate sul blog, le notifiche, i commenti sui social. Rispondi, pianifichi, ti segni ciò che farai alla sera dopo cena per smaltire tutto il lavoro. Quindi tiri giù la tapparella, spegni la tv che non hai guardato, e torni su quella sedia a fare le stesse cose, tutti i giorni, con gli stessi orari e gli stessi musi lunghi attorno a te, gli stessi malumori condivisi da troppo tempo.
Poi basta. Il tuo cuore dice basta, la tua testa lo ascolta e un bel mattino ce la fai.Quello è stato il momento più liberatorio della mia vita. Quello in cui ho scelto di essere libera da una vita che sentivo di non aver voluto veramente io. Era arrivato il momento di essere felice. E il mio cuore stava dando di matto, in pratica friggeva!
Oh, e quanto è stato bello dirlo a chi già conosceva le mie intenzioni. E prenotare, alle 5 del mattino seguente, un volo intercontinentale. E partire un mese dopo, avendo salutato tutti, chiuso per sempre quel pc. Giusto un attimo di magone durante gli abbracci e via. Verso la mia nuova vita.
Quel viaggio a Singapore e a Bali è stato un intervallo perfetto tra la mia vita di prima e la mia vita di ora. Il viaggio a volte è un rito di passaggio, proprio come avevo studiato in antropologia culturale all’università a Bologna. Per me certamente lo è stato.
Incontrarsi in una capitale come Singapore, visitarla di giorno da sola, poi partire insieme verso l’isola del paradiso. Un sogno, una storia da raccontare con gli occhi che luccicano. Lì ho sancito la mia voglia di libertà. Essere padrona di me stessa, lavorare ogni giorno alla costruzione dei miei sogni, delle mie passioni. Della mia vita.
Poi sono arrivati quei momenti di cui avevo bisogno: nuovi progetti, viaggi di lavoro e incontri con persone speciali.
C’è stato il Lago di Garda, la Costa Brava e il Tbex, Creta, il Tbnetalks a Milano, la Finlandia. Poi la Toscana e un viaggio da sola, Anacapri e la Costiera Amalfitana.
Poi la Puglia e la Basilicata con mia sorella, infine la Loira, la Bretagna e la Normandia con lui, che ancora vi devo raccontare. Un 2015 da sogno, finora. Meglio di come lo avessi immaginato la sera di Capodanno, in quella baita in montagna a Sestriere (dove però già sentivo qualcosa nell’aria).
Ora abbiamo una vita in due, una casa, si può finalmente fare progetti, iscriversi banalmente in palestra: tutte quelle cose che le persone normali fanno quando sanno di avere un posto nel mondo per un periodo che non è più solo “i prossimi mesi, poi si vedrà”. Io ora so che nei prossimi mesi sarò qui, partirò da qui: ho pure la stazione a due passi così quando ho voglia o devo farlo, parto.
Ho amici vicino. Una connessione wifi che mi consente di lavorare sul letto, in cucina, in terrazza, dal mattino alla sera. Quando ne ho voglia faccio una pausa, vado al mercato o leggo. Poi riprendo. Pagherò le tasse dal commercialista e non mi sembreranno troppe, perchè lo erano anche quando ero dipendente, solo che ora devo faticare un po’ di più. Non cambia nulla alla fine, perchè sai che ne vale le pena. E in fondo, se ci penso bene, è stato facile: è bastato ascoltarmi. Perchè se a 28 anni hai un sogno devi fare di tutto per prendertelo. Io me lo sono semplicemente presa. Ci ho messo un po’ a capire che era questa la strada giusta. Ma l’importante è prenderla.
Oggi sono travel blogger e consulente di web marketing per piccole e medie imprese; sono sempre copywriter e mi sto specializzando in social media marketing. Ma, prima di tutto, sono una sognatrice. Una con la testa dura, che ascolterà i consigli altrui ma deciderà sempre cos’è meglio per lei. Sempre. E accetterà clienti a cui sa di poter dare qualcosa. E da cui potrà imparare qualcosa di nuovo.

E oggi, a quasi 6 mesi dall’inizio di questo nuovo capitolo lavorativo e a 1 mese dall’inizio di una nuova vita a due sotto lo stesso tetto, posso dirlo.

Ma allora è questa, la felicità che tutti cercano?

Mi sa proprio di sì.
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21 Commenti su Ma allora è questa, la felicità?

  1. Emanuele
    18/10/2015 alle 22:47 (8 anni fa)

    Ciao!! Hai toccato un tema particolare, la ricerca dell felicit?, sembra difficile ma a volte ? pi? vicina di quanto si pensi, basta avere costanza e forza di volont? e poi i risultati arrivano. In bocca al lupo per il tuo prossimo futuro :-D!

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  2. Maddalena
    28/09/2015 alle 8:04 (8 anni fa)

    Mi emoziona sempre leggere i racconti sulla "nascita" dei viaggiatori. Quel magono lo abbiamo sentito tutti, tutti ci siamo fatti male per poter ripartire. Ci siamo dati una possibilità. Ne siamo felici.
    Un abbraccio,
    Maddalena

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  3. luciaziliotto
    15/09/2015 alle 18:56 (8 anni fa)

    Che dire…in bocca al lupo per questo tuo nuovo Viaggio che sembra essere già iniziato con il piede giusto, nella giusta direzione…Ti leggo da un pò sempre con piacere, dopo averti scoperta su Instagram proprio per alcune foto delle Langhe…Mi sono ritrovata nelle tue parole, dopo un periodo anche per me difficile, di pianti e di segnali forti che ti fanno capire che stai andando contro il tuo cuore. Io quel coraggio non l'ho avuto – di mollare tutto e cambiare – ma il destino lo ha trovato per me. Interrompendo bruscamente quella che era la mia routine, a cui mi ero ormai assuefatta e che non sentivo mia ma che in qualche modo mi ero fatta piacere. All'inizio barcolli, ma adesso sento di essermi riappropriata di me. E di quella che sono. Avanti così Silvia, sempre!

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  4. Silvia Cartotto
    15/09/2015 alle 12:41 (8 anni fa)

    Sono felice di questo commento, sai? Spesso chi mi legge non mi commenta e quindi io non so del suo passaggio, importante per me.
    Il tuo messaggio è meraviglioso e mi riempie il cuore. Grazie.

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  5. Silvia Cartotto
    15/09/2015 alle 12:40 (8 anni fa)

    Le Langhe sono meravigliose e mi hanno accolta bene, la gente anche, ho trovato amici. Quindi non sentirti in colpa, non devi: non era semplicemente casa mia. Non era destino che io rimanessi. Definisco quei 2 anni una parentesi, che per fortuna si è chiusa. 🙂
    Auguri anche a te e grazie di cuore.

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  6. Silvia Cartotto
    15/09/2015 alle 12:38 (8 anni fa)

    Già, e tu sai bene quanta fatica ho fatto per arrivarci, ma ora siamo qui.
    Un bacione Michi!

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  7. Silvia Cartotto
    15/09/2015 alle 12:35 (8 anni fa)

    Erika, che messaggio stupendo: grazie.
    Grazie perchè mi dai conferma che scrivere delle proprie esperienze può sempre aiutare gli altri, ci apre al confronto e ci fa sentire meno soli. In bocca al lupo e complimenti anche a te per il tuo personale salto!

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  8. Barbara Pagliarani My Art
    15/09/2015 alle 8:13 (8 anni fa)

    Il coraggio di ascoltare te, la tua essenza e non la mente che ci condiziona e sabota spesso il nostro vero io. Dentro di noi abbiamo tutto e quando ce ne rendiamo conto permettiamo al tutto di arrivare. Brava Silvia!

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  9. Cara Malù
    14/09/2015 alle 19:07 (8 anni fa)

    Che meraviglia silvia! Conosco quel pianto..spero di riuscire a capire cosa fare per farlo smettere..grazie per il post!

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  10. Lallabel
    14/09/2015 alle 17:22 (8 anni fa)

    Felicità a mille per te, te la meriti!

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  11. Parole in Pentola
    14/09/2015 alle 16:14 (8 anni fa)

    Ti leggo da tanto ma non ho mai commentato, ho solo respirato i tuoi viaggi da lontano.
    Oggi invece vorrei dirti grazie per i viaggi e l'energia carica di passione che trasmetti con i tuoi racconti. Grazie per l'ispirazione che mi hai regalato e auguri per tutto ciò che ti attende 🙂

    Camilla

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  12. Anna Buganè
    14/09/2015 alle 15:19 (8 anni fa)

    Carissima, che peccato che le Langhe non siano state una casa accogliente, mi sento anche un pochino in colpa perchè non ci siamo mai viste ma anche la mia vita negli ultimi due anni è cambiata così tanto!
    Ti abbraccio e ti auguro il meglio per il futuro che ti sta già rendendo felice!

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  13. wowingemoji
    14/09/2015 alle 13:18 (8 anni fa)

    E hai fatto così tanto bene a scriverne.. Grazie come sempre per le tue condivisioni sincere, questa volta anche personali.. Ho quasi pianto di felicitá per te e per voi.. Come al solito il tuo stile di scrittura tocca bene le corde delle emozioni.. Sono felice del tuo salto e di come ora tu riesca ad aver raggiunto il tuo bel sorriso pieno,
    un gran bene per te
    Michela

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  14. Erika
    14/09/2015 alle 11:25 (8 anni fa)

    Che bello questo post!
    Leggo di quell'insoddisfazione accumulata e poi esplosa, della bellezza di prendere la propria vita in mano, nonostante il rischio e le preoccupazioni che ci potranno essere e rivedo me stessa e mi sento meno sola in questo salto bellissimo fatto anche io pochi mesi fa.
    In bocca al lupo Silvia, per il lavoro, per la casa, per la vita! 🙂

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