Che strana, la vita.
Ci porta in posti che non pensavamo di vedere mai.
Io sono stata a Cuba durante la crociera con MSC ai Caraibi e ho avuto 2 giorni a disposizione per vedere L’Avana e altri paesi nell’entroterra, Pinar del Rio e Vinales.
Troppo poco tempo per capire un paese così controverso, lo so, ma ho avuto comunque la possibilità di farmi un’idea per poi decidere di ritornarci, magari, un giorno. Le cose che mi sono piaciute di più e che vi consiglio? Eccole qui…
L’Avana: l’anima di Cuba tra musica e auto anni ’50
Appenna arrivati a Cuba, colpiscono immediatamente le famose auto d’epoca americane, degli anni ’50-’60, simbolo di un passato che non se ne vuole andare. Sono bellissime, una più colorata dell’altra, di diverse dimensioni: sfrecciano per il centro de L’Avana e non puoi sentirti all’improvviso in un altro mondo, in un altro periodo storico.
Qui infatti tutto si è fermato, le persone vivono in estrema povertà ma sembrano tutte così felici: ballano per le strade, con la musica ovunque. Il clima mite tutto l’anno consente alle persone di stare sempre fuori e di vivere all’aperto, ed è questa una cosa che gli invidio parecchio. Ma penso che mai potrei vivere qui: tutto è legato all’approssimazione, al caso. Non esistono orari e non esiste certezza. No, non farebbe per me.
Qualche curiosità? La moneta è doppia: esiste il peso cubano, usato dai cittadini, e il peso cubano convertibile, per i turisti. Non potrete pagare in altro modo che con la seconda moneta, molto più cara della prima. Se vi affiancherà una guida turistica (ve lo consiglio), scoprirete che i cubani non sono liberi nemmeno di comprare ciò che vogliono: la dittatura comunista di Fidel Castro (morto proprio nei giorni in cui io ero là) obbliga le persone ad acquistare perfino i prodotti alimentari nei negozi prestabiliti. Non sono libere di comprare ciò che vogliono, devono attenersi alla lista che gli è stata data dal governo.
Ecco, questa per me è una cosa talmente fuori dal mondo che non ho potuto che sentire la voglia di non tornare più, in un paese del genere. Poi penso che la natura e i paesaggi dell’isola siano così diversi e stupendi da meritare di essere esplorati, quindi mai dire mai. Ma non stupitevi, una volta qui, di sentire storie di questo tipo. E anche peggio.
Ma veniamo alla parte bella della visita: ecco i posti da non perdere!
Da vedere a L’Avana
Partendo da Piazza del Campidoglio, attraversate il Parc Central e notate quanta influenza nordamericana c’è persino nei palazzi (tra cui l’hotel più antico della città). Le facciate colorate delle case si prestano benissimo, io le avrei fotografate tutto il tempo aspettando una macchina in tinta di passaggio lì davanti. 😉
Raggiungete poi Piazza Vecchia e sarete immersi in una stupenda atmosfera di musica dal vivo che esce dai locali affacciati sulla piazza, vicino ai portici. Fate un giro nei dintorni, io sono capitata in un vecchio mercato coperto di frutta e verdura invaso di profumo di caffè, dalla torrefazione presente lì di fronte. Le strade del centro storico vi sembreranno un po’ malandate e le persone molto trasandate, ma fa parte della cultura del posto: io non mi sono mai sentita in pericolo, anzi.
Non lontano da qui c’è la Piazza di San Francesco, con l’omonima chiesa cattolica del ‘700, che si trova proprio di fronte al porto e alla zona dove attraccano le navi da crociera. Più in là inizia il lungomare de L’Avana, uno dei simboli della città: il famoso Malecon. In foto vedete il corteo funebre di Fidel Castro, che ho fotografato dal ponte della nave ferma in porto: un momento davvero storico, felice di avervi partecipato in prima persona!
Continuiamo la scoperta del centro (che vi ricordo è patrimonio Unesco) e arriviamo in Piazza della Cattedrale: anche la chiesa è patrimonio Unesco ed è stata costruita in stile barocco nel 18° secolo. Si affaccia su una elegante piazza a due passi da un altro luogo storico e conosciuto dai turisti: la Bodeguita del Medio, ovvero il locale preferito dallo scrittore Ernest Hemingway, che qui amava sorseggiare un ottimo Mojito (si dice il migliore della città). Sempre affollatissimo, ospita anche piccoli concerti: mettetevi in fila, perchè a qualsiasi ora del giorno il vostro drink si farà attendere (bevuto rigorosamente di fronte al locale, all’aperto).
Infine, non perdetevi Plaza de la Revolution, simbolo della rivoluzione cubana, prima di un bel pranzo a base di specialità creole al ristorante El Aljibe, del 1964. Ottime le banane fritte, le crocchette di carne e patate, oltre al riso con fagioli neri, patate e pollo.
Ora lasciamo la capitale per immergerci nella campagna cubana… direzione Pinar del Rio, a sud-ovest dell’isola, a 2 ore di auto.
Pinar del Rio e le piantagioni di tabacco
Vega e Quemado de Rubí è una delle aziende produttrici di tabacco e di sigari cubani più famose del paese (loro ovviamente dicono che i più buoni si trovano qui, grazie al tipo di suolo, al clima e al sole). L’azienda è a conduzione familiare e i componenti vivono nelle case a fianco del ristorante e della casetta dove le foglie di tabacco vengono fatte essiccare per 45 giorni. In totale, per un sigaro ci vogliono 2 anni di lavorazione: ecco spiegato il motivo del prezzo tanto alto (di solito sui 10 dollari, ma dipende da sigaro a sigaro). Per arrivare qui, a Pinar del Rio, abbiamo attraversato il centro del paese composto da palazzi colorati, con le persone nel portico sulle sedie a dondolo, intente a parlare tra loro o a vendere qualcosa, oltre ai venditori di pollo sul ciglio dell’autostrada. Tutto scorre lento: i cubani mi resteranno sempre nei ricordi per la loro flemma!
Vinales e le mogotes
A 45 minuti da qui c’è il paese di Vinales: un tranquillo paese di campagna, nella provincia di Pinar del Rio. Fate due passi lungo la via principale tra ristorantini, la chiesa del Sacro Cuore e i tanti mercati agricoli. E poi consiglio una sosta rilassante al Mirador, il belvedere che si affaccia sulle famose montagne arrotondate, le Mogotes! Per un aperitivo con drink antistress a base di cannella, cocco, menta, ananas e foglie medicinali o una cenetta tra i profumi di erbe aromatiche, andate alla Finca Agrologica El Paraiso, poco fuori dal centro: si mangia benissimo e l’atmosfera è super rilassante, io sarei rimasta per ore a guardare il tramonto dall’orto del locale…
Cuba è un mondo a sè: probabilmente non ci tornerò, ho questa sensazione.
Su questo blog ho raccontato con passione molti posti come l’Irlanda o Bali, i miei preferiti di sempre, e mentre scrivevo di Cuba ho capito che non mi ha letteralmente rapito il cuore come è capitato a tante persone che conosco. Forse dovrei tornarci per più tempo, per capire un paese così complesso. Per il momento sono felice di questo primo assaggio: la ringrazio per avermi trasmesso calore, solarità e sorrisi a profusione, quelli della gente.