Trekking di due giorni in Abruzzo: alla scoperta del Gran Sasso d’Italia

Il Gran Sasso d’Italia, situato nell’Appennino centrale, interamente in Abruzzo, al confine tra le province di L’Aquila, Teramo e Pescara, rappresenta quella che definisco la “montagna di casa mia”.

Spesso lasciamo trascorrere diversi anni e parecchi traslochi, otto nel mio caso, prima di tornare ad apprezzare quelle bellezze che abbiamo avuto per anni davanti agli occhi. Ed è stato così che solo la scorsa estate ho deciso di regalarmi una due giorni di trekking in Abruzzo, dedicandomi alle cime più rappresentative del Gran Sasso.

Si tratta di Corno Grande, che conta quattro vette principali (io ho salito la più alta, quella Occidentale che arriva a 2914 metri e che è anche la vetta più alta di tutti gli Appennini continentali) – e del Corno Piccolo (2655 m).
Non dimentichiamo che, incastonato dentro una conca e protetto dalle quattro vette che costituiscono il Corno Grande, si trova il Ghiacciaio del Calderone, il secondo ghiacciaio più a Sud d’Europa.

Gran Sasso, Abruzzo

Pronti, partenza, via: il mio itinerario di salita sul Gran Sasso

Vi consiglio di scegliere il periodo estivo come momento più indicato per affrontare questo trekking, in particolare Agosto e Settembre possono regalarvi giornate limpide e soleggiate: ad ogni modo il tempo in montagna, si sa, cambia velocemente ed il Gran Sasso è particolarmente esposto e ventoso, pertanto è sempre opportuno studiare le condizioni meteo verificando al mattino stesso cosa accade in quota, magari con una telefonata in rifugio o agli impianti della Funivia del Gran sasso.

Come arrivare

In autostrada da Roma o da Teramo, direzione L’Aquila, uscite al casello di Assergi della A24 Roma-L ´Aquila, e procedete in direzione della località Fonte Cerreto, stazione inferiore delle funivia per Campo Imperatore.

Qui potrete scegliere di salire utilizzando la Funivia oppure proseguire in auto lungo la strada panoramica che vi porterà fino ai 2130 metri dell´Albergo Campo Imperatore.

Salire in Funivia, come ho fatto io, è l’esperienza che vi consiglio se volete provare la sensazione di partire per una mini-vacanza alpinistica: zaino in spalla, scarponi già ai piedi e tutto l’occorrente con voi per godervi due giorni fuori dal mondo. Pochi metri verso l’alto, il parcheggio in lontananza, e vi sembrerà di essere già quasi in un’atmosfera da “piccolo Tibet”, tipica di queste zone.

funivia Campo Imperatore

Il punto di arrivo della funivia è Campo Imperatore: qui si trovano  l’Albergo di Campo Imperatore, tipica struttura ricettiva degli anni trenta, tristemente celebre per essere stata, tra il 28 agosto ed il 12 settembre 1943, la prigione di Benito Mussolini in seguito all’Armistizio di Cassibile, sino alla sua liberazione avvenuta ad opera delle forze armate tedesche, e l’Osservatorio Astronomico.

Campo Imperatore

Corno Grande, vetta occidentale

Dovete sapere che, per raggiungere la Vetta Occidentale del Corno Grande, vi sono due modi principali: la Via Normale e quella che invece viene chiamata “Direttissima”, già dal nome è tutto un programma… Vediamole entrambe.

La via normale: per le amanti delle grandi classiche

Partendo da Campo Imperatore procedete lungo il sentiero che passa a fianco del giardino botanico e dell’osservatorio astronomico e sale in direzione del rifugio Duca degli Abruzzi. Dopo poco il sentiero si biforca, proseguite a destra, in direzione opposta a quella che porta al Rifugio.

La via procede quindi prima in lieve discesa, poi in salita sui pendii del monte Portella fino a giungere sulla Sella di monte Aquila (2335 m s.l.m.). Qui la vostra visuale potrà spaziare su Campo Pericoli, Pizzo Cefalone, Pizzo Intermesoli e la Val Maone. Sosta fotografica obbligata!

Camminate quindi in direzione del grande “ghiaione” del Brecciaio. Risalitelo fino a raggiungere la Sella del Brecciaio (2506 m), ai piedi della cresta ovest del Corno Grande  (trascurate qui l´indicazione per la Via delle Creste).

Dalla Conca degli Invalidi prendete il tracciato sulla destra in salita su un pendio ghiaioso che costituisce il versante nord-occidentale del Corno Grande. Giunte in cresta osservate a sinistra la conca del ghiacciaio del Calderone; da qui procedete dritte arrivando rapidamente sulla Vetta Occidentale (2912 m s.l.m.).

Il dislivello complessivo di salita è quindi di 782 m. Questa via è valutata come EE nella scala delle difficoltà escursionistiche. Pur non presentando grandi difficoltà tecniche, la caratteristica mista del suo terreno ed i frequenti tratti rocciosi, ne fanno una meta di trekking per camminatori esperti ed allenati.

Via normale, Corno Grande trekking sul Gran Sasso, in Abruzzo

La “Direttissima”: per chi ama mettere le mani sulla roccia

Una volta arrivati a Sella Aquila potrete decidere di salire alla Vetta Occidentale del Corno Grande anche affrontando la via che viene chiamata Direttissima: è una via di salita più rapida della Normale, in un ambiente roccioso molto suggestivo.

La direzione di arrampicata è segnalata da caratteristici triangoli verdi dipinti sulle rocce. Non richiede utilizzo di corda o attrezzatura alpinistica specifica, ma il caschetto per proteggersi da chi sale davanti a voi è altamente consigliato!

La Direttissima è stato il mio personale “highlight” nella due giorni sul Gran Sasso e non mi stancherò di ripeterlo: affrontatela solo in estate e consapevoli che si tratta di una via alpinistica seppur di gradi semplici!

I passaggi di 1° e 2° grado, le sue caratteristiche roccette ed alcuni tratti piuttosto esposti, la rendono adatta solo a chi non ha paura del vuoto e ha già un po’ di dimestichezza con l’arrampicata.

Direttissima, Gran Sasso Direttissima

Qualunque via sceglierete di percorrere per raggiungere la Vetta Occidentale, il Corno Grande ripagherà le vostre fatiche con un panorama da sogno: io ho incontrato un mare di nuvole sotto di me, assai frequenti su queste montagne, ma se avrete la fortuna di capitare in una giornata davvero limpida, si staglieranno davanti a voi le altre vette del Corno Grande, il Corno Piccolo e le altre cime del Gran Sasso, molte cime dell’Appennino centrale e in lontananza il mare Adriatico!

Teramo dal Gran Sasso Corno Grande

Corno Piccolo e il rifugio Franchetti

Una volta salite al Corno Grande, potete decidere di dedicare la seconda giornata di trekking sul Gran Sasso all’esplorazione del suo fratello minore Corno Piccolo (2665 m s.l.m.): vi accorgerete salendolo che, a dispetto della minore altezza, questa vetta non ha nulla da invidiare alla maggiore per conformazione rocciosa e aspetti divertenti della salita. Trattandosi di uno sperone di dolomia (lo stesso calcare delle Dolomiti) dalle forme davvero suggestive, decine di vie di arrampicata ne scalano le pareti: sono presenti anche due vie ferrate tra le più belle dell’Italia Centrale, tra cui la Ferrata Danesi, la più percorsa.

Io ho scelto di salire in vetta percorrendo la Via Normale, con partenza dalla Sella dei Due Corni dopo la notte in rifugio: questo percorso non necessita di particolari attrezzature da ferrata ma è di difficoltà comunque non banale in alcuni passaggi (celebre quello dove bisogna letteralmente inserirsi in un sasso incastrato per sbucare in alto e proseguire!)

Corno Piccolo

Consiglio caldamente di pernottare per la notte al Rifugio Franchetti: incastonato a 2433 m s.l.m. tra il Corno Grande ed il Corno Piccolo, nell’incantevole Vallone delle Cornacchie, perciò punto di sosta ideale per questo anello, è un luogo a dir poco “magico”.

L’ospitalità è spartana ma accogliente, fatevi consigliare itinerari montani da Luca, storico gestore CAI e profondo conoscitore del Gran Sasso e preparate il vostro stomaco ad una tipica cena dai sapori genuini Abruzzesi. Non perdete il tramonto sulla terrazza del rifugio e le chiacchiere della Buonanotte con i ragazzi che vi lavorano per la stagione!

Rifugio Franchetti terrazza

L’attrezzatura

Per questo itinerario di trekking suggerisco zaino da trekking di capienza sui 30/35 lt, abbigliamento termico a strati, con pesi leggeri per le calde giornate estive, pantalone lungo, pile e piumino per la sera. Prevedete una giacca in Gore Tex per improvvisi acquazzoni o vento forte, cappellino, occhiali e crema ad alto fattore protettivo per il sole, molta acqua perché in quota non si trova, un caschetto se lo avete per alcuni passaggi più rocciosi, scarponcini da trekking ad altezza della caviglie suola anti scivolo, bastoncini da trekking se siete abituate ad usarli.
Io ho optato anche per una seconda scarpetta più leggera, da trail running, utile quando si scende di quota e gli scarponi iniziano a far male dopo alcune ore.
Da non dimenticare la vostra macchina fotografica: i ricordi che porterete a casa da questi luoghi saranno indimenticabili!

rifugio Franchetti


Articolo di Flavia Chiarelli – Sport Specialist del Club delle ragazze con la valigia

Sport Marketing Manager, accompagna atleti e business outdoor a crescere e raccontarsi. Abruzzese di nascita, nomade per vocazione, montanara per scelta. Ama praticare sport, specialmente in verticale.

Flavia Chiarelli

 



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