Si dice che da un viaggio si torna sempre un po’ cambiati, più ricchi, più pieni.
Da questo viaggio sono tornata carica di emozioni, di momenti, di cose viste, di sapori, di odori e di gente; la gente, soprattutto, sarà difficile toglierla dal cuore.
In Colombia c’ero già stata una ventina di anni fa, essendo metà colombiana, ma ero troppo piccola per ricordarmi qualcosa. Da qualche anno a questa parte sentivo però la necessità di conoscere anche l’altra mia metà, ma vuoi i soldi, vuoi il tempo da dedicarci, non ci ero ancora riuscita.
Guida di viaggio in Colombia
Noi abbiamo iniziato a organizzare il viaggio ad aprile, forse già un po’ tardino per partire ad agosto. Se riuscite a muovervi prima magari risparmiate un po’ sul volo dall’Italia.
La compagnia aerea più economica che abbiamo trovato è stata Air Europa, partenza da Milano con scalo a Madrid e arrivo a Bogotà. Feedback sulla compagnia: gli aerei sono tra i più moderni e tecnologicamente avanzati, scarseggiano un po’ sul personale e sul servizio (al rientro mi sono portata la cena).
Dopo circa 12 ore di volo, più qualcuna per lo scalo… eccoci in Colombia!
Per entrare in Colombia non c’è bisogno di chiedere un visto in anticipo, ve lo rilasciano direttamente all’arrivo dopo avervi fatto alcune semplici domande come: come mai sei qui? Per quanto tempo rimarrai e un indirizzo in Colombia dove pensate di sostare (anche se magari ci starete solo qualche giorno).
Una volta passata l’immigrazione e ricevuto il vostro timbrino sul passaporto, bisogna passare al controllo DIAN (sarebbe la nostra agenzia delle entrate) dove vi chiederanno se portate dentro soldi o beni di valore e anche lì bisognerà lasciare un indirizzo e un numero di telefono colombiano. Dopo queste due cose burocratiche e un po’ noiose… benvenuti in Colombia!
Bogotà e dintorni
- Bogotà: il quartiere più importante è la Candelaria, zona costruita durante il periodo coloniale spagnolo. Sembra di tornare indietro nel tempo, i palazzi non hanno nulla a che vedere con il resto della città, con i suoi edifici e centri commerciali moderni. Qui troverete il Palazzo del Presidente, il Palazzo del Governo e del Parlamento. Da non perdere assolutamente il Museo dell’Oro e il Museo di Botero.
- Zipaquirà: a circa 45 minuti di macchina da Bogotà si trova la Cattedrale del Sale, una delle Meraviglie della Colombia. Scavata in una montagna di sale con una profondità che raggiunge gli 80 metri, grazie ai giochi di luci, potrete visitare un luogo suggestivo e unico.
- Raquirà: adorate i mercatini? Vorreste fare incetta di souvenir spendendo poco? Ecco, allora questo è il posto che fa per voi. È un paesino che dista circa 3 ore da Bogotà, pieno di negozietti di ceramica, orecchini e artigianato vario. Non perdetevi la piazza della chiesa, con le sue statue in terracotta e i colori che raccontano la vita del pueblo.
- Villa de Leyva: paesino coloniale fondato nel 1500 che con le sue case in calce bianca affascina i turisti e non solo. Nel 2007 è stato girato l’ultimo Zorro con Antonio Banderas e Katrin Zeta Jones e grazie a questo evento la sua fama è cresciuta.
Oltre alla visita di questo pueblo, nei dintorni, se siete un po’ sportivi, potrete fare escursioni di quad, cavallo o trekking.
A poca distanza dal centro di Villa de Leyva, un’altra attrazione è la Casa di Terracotta, un’abitazione costruita con le stesse tecniche con cui si crea un vaso, ma che purtroppo, per mancanza di tempo, non siamo riusciti a visitare.
- Ponte de Boyacà: qui si svolse una delle battaglie più importanti di questo paese. La battaglia d’indipendenza con a capo Simon Bolivar. Se volete respirare un po’ di storia, vi consiglio di salire fino in cima, sedervi ai piedi della grande statua e lasciare scorrere l’immaginazione.
Queste sono alcune delle cose da vedere tra Bogotà e dintorni. Per spostarvi in città vi consiglio taxi o il Transmilenio (una rete di autobus con corsie riservate), ma dovrete armarvi di santa pazienza perché il traffico è davvero congestionato.
Invece se volete raggiungere le località limitrofe, il modo migliore è affittare una macchina. I posti descritti sopra volendo sono in sequenza e formano un cerchio che vi riporterà a Bogotà (ecco l’itinerario sulla mappa). Lungo il tragitto, se deciderete di fermarvi, troverete sia ristoranti che hotel a dei prezzi super abbordabili.
Altro paesino che mi sento di aggiungere, ma forse più per dovere affettivo, è La Mesa (che letteralmente tradotto significa La Tavola), dove vivono quasi tutti i miei parenti. È un pueblo fondato alla fine del ‘700 che vede come centro la piazzetta con la sua chiesa. Se siete eco-turisti e vi piace conoscere flora e fauna di un paese, questo è il posto che fa per voi. Nei dintorni de La Mesa ci sono molti parchi naturali da visitare, ed è uno dei luoghi colombiani con maggior concentrazione di colibrì.
Mangiare colombiano
Una tappa da non mancare se volete assaggiare le arepas (street food colombiano a base di farina di mais) più buone del paese è l’Hamburguesa del Camino: arepas con formaggio, ripiene con pollo o hamburger da accompagnare, se ve la sentite, con l’avena casera, bevanda fredda composta da latte, avena, zucchero e cannella. (Mi raccomando, dite che vi ho mandato io)! 😉
Medellin e dintorni
- Medellin è una città atipica per gli standard sudamericani, molto più vicina ai gusti europei. Il centro è molto moderno, pieno di centri commerciali e locali. La zona più caratteristica è quella intorno alla piazza centrale (occhio a zaini e borse) dove si trova il museo di Antioquia, che racchiude una della mostre più importanti di Botero e molti altri artisti locali.
- Altra zona da visitare è la Universidad, che dà il nome anche alla fermata della metro, dove troverete il museo della scienza, il planetario e il giardino botanico (attenzione a non pestare le iguane).
La vita a Medellin assomiglia molto a quella europea, ma rimane una città sudamericana. Non ci sono molti musei e monumenti da visitare. Se però siete impazziti anche voi per Narcos, la serie TV di Netflix, alcune agenzie turistiche organizzano dei tour in quello che fu l’impero di Pablo Escobar. Ce n’è uno in particolare dove la guida è addirittura il suo ex autista. Avremmo voluto farlo, per approfondire la nostra conoscenza su una fase determinante della storia colombiana, ma l’evento sembrava organizzato a mo’ di show pacchiano da turisti. E avremmo anche finanziato un noto ex criminale. E così ci siamo consolati con i dintorni.
- Guatapè: se volete passare una domenica da veri paisa (così si chiamano gli abitanti di Medellin), vi consiglio un giro in questo pueblo. Si trova a circa due ore di macchina da Medellin. Lì potrete passeggiare lungo le colorate vie del centro o sul lungo lago, farvi un giro in pedalò e poi perché no, salire sul Peñol a godervi una vista mozzafiato su quello che era il paese vecchio, inondato poi per la costruzione di una centrale idroelettrica.
- Santa Fe di Antioquia: distante circa un’ora e mezza dalla città di Medellin, merita una visita se cercate un po’ di tranquillità. Ha un piccolo centro abitato e tanti piccoli hotel con piscina. Non sono molto economici neanche per noi, ma se avete voglia di contrattare (in Colombia dovete SEMPRE contrattare) probabilmente un accordo lo troverete. Vi consiglio Tonusco Campestre, ottimo anche se decidete di fermarvi qualche notte lontano dal caos cittadino.
Oltre a questi paesini molto carini e visitabili in giornata, se sarete più fortunati di noi col tempo, potreste organizzare qualche giorno nella zona cafetera, dove si trovano le più grandi piantagioni di caffè del paese. Molte haciendas offrono visite guidate che vi faranno conoscere i segreti della coltivazione, vi faranno raccogliere i chicchi e seguirli in tutte le fasi della torrefazione. Alla fine tornerete a casa con un sacchettino di caffè prodotto da voi.
La Costa
- Santa Marta: una delle città, insieme a Cartagena, più importanti della costa e quindi imperdibile. Si affaccia sul Mar dei Caraibi, e ha un centro storico molto carino (ma con prezzi europei). Le attrazioni più importanti, però, sono le spiagge. La più popolare è il Rodadero, se siete amanti delle spiagge tipo Rimini; se invece non lo siete come noi, da lì partono le imbarcazioni per la Playa Blanca, posto un po’ più spartano ma con il fascino del “selvaggio”, anche se ci sono ristoranti e ombrelloni. Dall’altra parte di Santa Marta, invece, si trova Taganga, spiaggia un po’ più hippy con tanto di chiringuiti, cocktail al tramonto e artigianato sul lungomare. Se volete fermarvi qualche notte, vi consiglio il Ribai Hotel: 4 stelle economico, con piscina e vicinissimo al centro storico.
- Parco di Tayrona: riserva naturale immersa completamente nella foresta e bagnata dall’oceano, dista circa una mezz’oretta di macchina dal centro di Santa Marta ed è raggiungibile sia con l’auto che con i mezzi pubblici. Noi ci siamo affidati ad una guida turistica, del tipo pulmino sotto l’hotel, dietro consiglio di alcune persone del posto che ci avevano detto che ci sarebbe stata una coda infinita e le guide hanno una corsia preferenziale alla biglietteria. Non so se era il tempo o il periodo giusto, ma non abbiamo comunque trovato ressa. L’altro vantaggio di avere una guida a disposizione è che conosce il parco come le sue tasche e ve lo può raccontare. Ci sono diverse entrate, noi siamo finiti da quella più turistica essendo la nostra prima visita. Dopo due ore di camminata tra umidità, caldo e insetti, abbiamo raggiunto Cabo San Juan, una delle spiagge più conosciute. Qui si può fare snorkeling e campeggiare in tenda, e c’è anche un ristorante. Attenzione però che non tutte le spiagge sono balneabili; troverete comunque le indicazioni per ognuna.
Per il rientro, se siete stanchi, potete noleggiare un cavallo. La strada non è delle più facili, tra sassi alti e discese ripide. Dovrete per forza di cose fidarvi di loro, ma sono ben addestrati. Cosa non deve mancare nel vostro zaino? Acqua (tanta), cibo, repellente, crema solare e cappellino.
- Cartagena de Indias: fortezza coloniale, affacciata sul mare, fondata nel 1533, merita la visita per il suo centro storico ben conservato. Vi consiglio di non seguire un percorso ben definito, ma di perdervi tra le vie interne alle mura, perché ad ogni angolo potreste sorprendervi. Centro vivo, pieno di mercatini, ristoranti e colori, i colori delle case, della gente e dei suoni. Oltre alle mura principali, c’è anche la fortezza di San Felipe, altro punto nevralgico per la protezione della città. Le visite sono a pagamento senza guida. Cartagena non offre un ottimo mare. A parte il centro storico suggestivo, non c’è molto altro da vedere né da fare; ma se comunque deciderete di fermarvi qualche giorno potrete contare su una vasta scelta di hotel con spa e piscina in stile arabo-spagnolo, dove il relax non manca.
Prelibatezze locali
La Colombia non è il posto ideale per vegetariani o peggio ancora vegani. La dieta di questo paese si basa principalmente sulla carne, sia di manzo che di maiale, e pesce con contorno di carboidrati, quali riso, tuberi (patate e yucca) e mais.
La colazione è sempre salata, con uova e riso o zuppa con latte, pane e uova (dopo una settimana ero in crisi d’astinenza da cappuccio e brioches, cose che a casa non mangio mai). 😉 Il coriandolo è una spezia onnipresente, dalla colazione alla cena.
Nella zona di Bogotà troverete da assaggiare la formica culona, chiamata così proprio per il suo sederone. Viene fritta e venduta in sacchetti. Chiudete gli occhi e vi sembrerà di mangiare noccioline! 😉
Se siete amanti dell’avocado, vi consiglio di provarlo puro, solo con un po’ di sale; non ha nulla a che vedere con quelli importati che si mangiano dalle nostre parti.
Per dissetarvi potrete provare degli ottimi succhi freschi, con una varietà di frutta inimmaginabile per noi. Consiglio: chiedeteli senza zucchero perché non ce n’è bisogno.
Qualche consiglio generale
Eravamo partiti con l’idea di fare tutto on the road, fino a quando non ci siamo scontrati con la realtà. Le strade ci sono, ma anche se si chiamano autostrade non corrispondono alle nostre nemmeno lontanamente. Nei tratti migliori ci sono due corsie, i limiti di velocità sono intorno agli 80-90 km/h e sono comunque a pagamento.
Vero è che sull’autopista non ci si annoia mai: non capita di rado di imbattersi in pedoni e addirittura animali, e il panorama è impagabile (per farvi un’idea vi consiglio il documentario su Netflix: Colombia, Wild Magic). Molto caratteristici anche i ristoranti a bordo strada.
Per capirci. In Colombia si dice che, quando ci si mette in viaggio in auto, si sa quando si parte ma non quando si arriva. Insomma, è più efficiente ricorrere ai voli interni, come fanno tutti i colombiani. Noi abbiamo sempre usato Avianca, la compagnia di bandiera, che offre voli low cost, tipo EasyJet o Ryanair, ma il servizio e l’intrattenimento sono decisamente superiori.
Cose da sapere in pillole:
- Per chi ha passaporto italiano non è necessario nessun visto.
- Non tutte le zone della Colombia hanno lo stesso clima. Bogotà richiede almeno una felpa, una giacca a vento e un pantalone lungo. Per il resto delle zone, andata pure tranquilli con maglietta e pantaloncini.
- Le zone che vi ho descritto non richiedono vaccini particolari, ma se decidete di visitarne altre è meglio se vi informate presso la vostra ASL.
- Per reperire i soldi, vi consiglio di assicurarvi che il vostro bancomat sia attivo per l’estero e di avvertire la banca del vostro viaggio per non incorrere in blocchi carte noiosi (a noi è successo). Le commissioni ovviamente cambieranno da banca a banca. Se volete portarvi il contante, nelle città più grandi e turistiche non avrete problemi a trovare banchi di cambio, ma rispetto al bancomat non convengono mai.
- Se vi fermerete qualche settimana, vi conviene procurarvi una SIM nazionale con un piano internet che vi servirà anche per muovervi col navigatore; la ricezione è generalmente discreta.
- Se decidete di affittare una macchina, basta la nostra patente, anche se non sono molto economiche;
- Se siete un po’ delicati di stomaco, ricordatevi di farvi togliere il ghiaccio dalla bevande, non si sa mai.
- Contrattate SEMPRE! Lì è un’abitudine, anche nei negozi.
Sugli hotel non posso consigliarvi molto, a parte il RIBAI Hotel a Santa Marta, perché il resto dei posti li ho visitati stando a casa di parenti… ne ho molti e sparsi qua e là.
Contrariamente a quello che pensano in tanti, la Colombia non è più il paese di Pablo Escobar. C’è però da dire che grazie a lui, ma soprattutto grazie ai suoi soldi, Medellin è potuta crescere molto negli ultimi anni. Non sto dicendo che non ci siano più droga né prostituzione, anche perché una grossa fetta dell’economia è fondata su quello, ma non è più tanto pericolosa come 30 anni fa.
Articolo di Luz Carollo – Ar&Design Specialist del Club delle ragazze con la valigia
Luz ha quasi 30 anni e fa l’arredatrice. È curiosa di natura: vuole sempre conoscere persone e luoghi nuovi. Ama l’arte, la musica, il cibo e l’architettura… insomma tutto ciò che è bello e buono.