Se siete amanti della montagna e non rinunciate a frequentare i suoi sentieri in qualsiasi stagione dell’anno, vi sarà accaduto forse anche più di una volta di imbattervi in gruppetti o singoli escursionisti impegnati a risalire i pendii affidandosi a questi attrezzi indispensabili per la progressione a piedi su neve fresca.
Ciaspole: attrezzatura richiesta
Oggi le racchette da neve, comunemente chiamate ciaspole, sono assai diffuse in ogni località alpina, è possibile acquistarle presso le grandi catene sportive e i tecnici specializzati: prezzi e tipologie variano dai 50€ delle basiche no-brand fino ad arrivare alla soglia dei 200€ con attrezzature super leggere dotate di ramponcini intercambiabili, regola-scarpone automatico ed altri optional professionali.
L’utilizzo delle ciaspole prevede la calzata di scarponi da trekking impermeabili e traspiranti (no alle scarpe da ginnastica: non tengono la caviglia e fanno passare acqua perciò i vostri piedi sulla neve saranno congelati e bagnati dopo pochi passi!). Indossare le ghette è opzionale, ma può rappresentare una buona idea per proteggere ancor meglio le infiltrazioni di neve dalla caviglia e mantenersi asciutti sui polpacci.
Indispensabili sono invece i bastoncini telescopici, che vi daranno la giusta spinta in salita, il bilanciamento e l’equilibrio sul terreno durante la progressione.
I prezzi dei bastoncini sono variabili in base al materiale di composizione, alle caratteristiche dell’impugnatura e dell’appoggio e alla marca che sceglierete: se avete quelli fissi da sci in pista, provateli per iniziare.
Per dovere di informazione, è necessario tenere a mente che le escursioni su ciaspole, così come quelle sugli sci, richiedono la dotazione minima di sicurezza obbligatoria del kit di pronto intervento Artva – pala – sonda da avere con sé nello zaino, poiché si svolgono su manto nevoso non tracciato e soggetto a possibili episodi valanghivi.
Le origini delle ciaspole
In letteratura questi curiosi strumenti fanno la loro comparsa tra le pagine scritte dall’autrice Canadese Miss Mc Cully la quale, agli inizi del XX secolo, racconta di aver raggiunto una vecchia capanna sulle lontane montagne della Norvegia, affidandosi a dei magici attrezzi di legno e corda.
In Europa si hanno testimonianze del loro utilizzo già a partire dal 1700, portate dalle armate britanniche e francesi, che se ne avvalsero per percorrere le regioni al confine con il Quebec e il New England durante la Guerra d’Indipendenza. Sembra tuttavia che, una sorta di attrezzo che aiutasse l’uomo a camminare d’inverno si sia sviluppato in Asia Centrale circa 4000 anni prima di Cristo. Probabilmente gli uomini primitivi trassero ispirazione dall’osservazione di alcuni animali caratterizzati da grandi zampe, che si muovevano agilmente sul manto nevoso, a differenza di quanto facevano loro, che sprofondavano in esso.
Itinerari consigliati con le ciaspole sulle Alpi
Dove vivo io, in Alta Val di Susa, sulle montagne Olimpiche segnate dal territorio tra Sestriere, Cesana e Claviere ci sono più di 80 km di percorsi che toccano quasi tutte le frazioni e le località, sia verso San Sicario, sia in direzione dei Monti della Luna: i percorsi possono variare di difficoltà e durata dai 40 minuti fino alle 6 ore di percorrenza e l’accesso è sempre libero. Io ve ne suggerisco un paio piuttosto semplici ma panoramici per cominciare.
Cima Bosco: difficoltà media – 2h – 700 mt D+
Itinerario classico dell’Alta Val di Susa, adatto a principianti ed intermedi, si sviluppa su circa 700 metri di dislivello a partire dal paesino di Thures (1667 mt), nel comune di Cesana Torinese, dove si può parcheggiare e dare inizio alla gita. L’itinerario si snoda lungo i suoi dolci pendii alternati a boschi radi di larici: per l’esposizione e il ridotto rischio di valanghe è percorribile anche subito dopo una nevicata, o quando altrove le condizioni sono incerte. Bellissimo il panorama che abbraccia i monti della Valle di Ripa, della Valle Argentera, il gruppo della Rognosa, l’alta Val Chisone, l’alta Val di Susa e la Val Thuras, dominato dalle pareti calcaree del Monte Furgon e del Roc del Boucher.+
Cesana Torinese – Sagnalonga – Capanna Mautino – 600 mt
Piacevole gita di mezza giornata che percorre vecchi sentieri (non segnalati) fra le piste dei Monti della Luna. Meglio se effettuata quando l’innevamento scarso non permette di aprire le piste che scendono a Cesana, tranne quelle su strada.
Attraverserete dal suo interno il paesino di Sagnalonga, disseminato di baite degne della copertina di riviste di design nordico: una vera perla Alpina!
Val Troncea dalla borgata Plan: semplice – 2,30/3 h
Facile e piacevole itinerario nel Parco naturale Val Troncea, che si presenta come una lunga variante alla pista battuta che si snoda nella parte inferiore della valle. Partendo abbastanza presto si può arrivare nella parte alta della valle quando è illuminata dal sole (e si è esentati dal pagamento del “giornaliero” della pista di fondo). Percorrendo la SS23 da Sestriere o da Pinerolo raggiungerete Pragelato, superata borgata Traverses, svoltate a sinistra e lasciate l’auto nel parcheggio della pista di sci di fondo di Plan.
La Val Troncea è un piccolo gioiello naturalistico: vi consiglio di affrontare questa escursione a dicembre/gennaio, poiché esposta a sud, per non rischiare che la neve condizioni.
Rifugio Bonatti – Monte Bianco – Val Ferret – Malatrà: 2 giorni
Per chi tra voi volesse provare invece l’ebbrezza di un territorio alpinistico di alta quota e ammirare da vicino il “Gigante delle Alpi” ovvero sua maestà il Monte Bianco dal versante italiano, vi suggerisco una stupenda escursione di due giorni con pernotto al Rifugio Bonatti, a 2025 mt di altezza, nel vallone del Malatrà.
Il primo giorno si può partire da Entreves, presso il parcheggio della funivia del Monte Bianco. Da qui parte una navetta pubblica diretta alla frazione di Planpincieux, in Val Ferret, punto di partenza per la prima giornata di salita. Cena e nottata al Bonatti dove è consigliatissima la sveglia all’alba: la levataccia sarà ripagata dall’arrivo del sole sul massiccio del Monte Bianco. Voltando lo sguardo verso ovest e verso sud il panorama si apre grandioso sulla Val Ferret, sul Monte Bianco e sulle Grandes Jorasses. Le ore successive potrete dedicarle a brevi escursioni nel vallone del Malatrà.
Ad oggi questa escursione è nella mia personale wish-list per il prossimo inverno, probabilmente in combinata con un corso di fotografia: ora non resta che attendere le prime nevicate! 😉
Articolo di Flavia Chiarelli – Sport Specialist del Club delle ragazze con la valigia
Sport Marketing Manager, accompagna atleti e business outdoor a crescere e raccontarsi. Abruzzese di nascita, nomade per vocazione, montanara per scelta. Ama praticare sport, specialmente in verticale.