Una scrittrice (o scrittore?), la cui identità è oscurata da uno pseudonimo, ha dato vita ad una tetralogia che contiene alcune tra le pagine più belle della letteratura contemporanea.
Sembra semplicemente racchiudere il flusso dei pensieri più reconditi di una donna, ma la verità è che la sua prosa densa e vorticosa è costruita minuziosamente. Elena Ferrante sguinzaglia il suo io, rovesciandolo violentemente in questi libri. Le sue originali scelte lessicali, finalizzate a rendere i dialoghi accessibili a tutti i tipi di lettore, rendono il suo stile unico, riconoscibile tra migliaia di autori. Riesce ad esaltare la raffinatezza della lingua italiana senza mai diventare ridondante, è poetica ma comunica con estrema immediatezza.
È uno di quei rari casi in cui ci si rende conto che saper scrivere è una dote, ma sprigionare emozioni è un’arte. Se non avete ancora letto questa storia fatelo, emozionatevi senza freni, sbraitate, arrabbiatevi, innamoratevi. Perché Elena Ferrante è ormai entrata nell’Olimpo dei più grandi scrittori di sempre.
La storia
L’amica geniale, primo dei quattro romanzi, è la storia di Lila ed Elena, due bambine che sognano di affrancarsi dalla decadenza e dalla miseria di una Napoli post-fascista, cruda e difficile. Le ragazze crescono tra amici puri d’animo, smargiassi figli di usurai e corteggiatori che non sempre rientrano nella categoria giusta. L’attimo prima chiuderete di getto il primo libro, intristite, snervate da questa eccessiva dose di realismo, stanche di tutti questi contrasti (ricchi-poveri, strozzini-comunisti, combattenti-vigliacchi), e quello dopo, avvinte dalla sete di conoscenza, vi rifionderete nella vita delle famiglie Greco, Cerullo, Carracci, Solara e Peluso. Inizierete il secondo romanzo infervorate e impazienti, divorerete il terzo e il quarto per poi sentirvi svuotate e malinconiche. Prenderete atto di quanto coraggio sia necessario per divincolarsi dal marciume degli uomini della malavita, di quanta caparbietà una donna avesse bisogno per affermarsi nei salotti letterari degli anni ‘60.
Un weekend con Elena Ferrante, sulle tracce di Lila e Lenù
Che conosciate Napoli o che non l’abbiate mai vista, vi assicuro che, dopo aver letto L’amica geniale, alcuni luoghi avranno un altro sapore, un altro senso e tutta un’altra storia.
La vostra giornata napoletana non può che cominciare con un caffè nel bar in cui Elena si reca in compagnia delle sue figlie. È il Gran Caffè Gambrinus, uno dei bar letterari più famosi d’Italia, un gioiello in stile liberty incastonato tra Piazza Trieste e Trento e Piazza Plebiscito. Sedetevi nella storica sala che ha ospitato Oscar Wilde, Jean Paul Sartre, Gabriele D’Annunzio e Benedetto Croce. Vi sembrerà di fare colazione nella Belle Epôque!
Proseguite per Via Chiaia, strada ricca di negozi. Raggiungete Piazza dei Martiri e sarete circondate dalle grandi firme. Qui la Ferrante colloca il negozio dei tanto odiati fratelli Solara. È un luogo importantissimo per Lila, rappresenta il primo punto di svolta nella sua vita.
Camminando in Via Calabritto, passando per Piazza Vittoria, spunterete in uno dei luoghi più belli e fotografati di Napoli. Sto parlando del Lungomare Caracciolo, in cui la Elena bambina ammira per la prima volta il mare insieme al suo papà. Vedrete emergere l’isolotto di Megaride e la sua fortezza normanna, il Castel dell’Ovo. Se volete fare colpo sulla vostra metà portatela qui al tramonto: vi garantisco che sarà una passeggiata indimenticabile.
Se i vostri occhi non sono ancora sazi di bellezza vi aspetta un’altra fermata. Posillipo è un ricco quartiere residenziale collegato a Mergellina da Via Orazio, ed è proprio in questo trait-d’union tra le due facce di Napoli che Lila festeggia il suo sfarzoso matrimonio. Percorrendo questa strada fino alla Chiesetta di Sant’Antonio, vi ritroverete su una bellissima terrazza panoramica, il posto preferito dalle coppiette napoletane.
Da qui potrete ammirare il centro storico, il porto e il solenne signor Vesuvio! Giunte finalmente in collina, non vi resta che entrare nel Parco della Rimembranza, dove Lila e Stefano si fanno fotografare nel loro grande giorno. È il cuore pulsante della città, uno spazio verde a picco sul mare, con vista mozzafiato sull’isola di Nisida.
Ma non è finita qui. Non potete ritornare in centro senza passare per Via Posillipo numero 1, l’indirizzo del Sea Garden, oggi Circolo sportivo e di relax. Lì Elena trascorreva le sue giornate da babysitter e qualche volta Antonio, il suo primo fidanzato, le faceva compagnia. Lo considero un luogo misterioso, leggendario, forse perché dalla spiaggia si può ammirare l’imponente Palazzo Donn’Anna, oggetto di numerose credenze popolari.
È il turno di Via Mezzocannone, dove si trova la libreria in cui lavorava la Elena studentessa. Oggi è la via frequentata dagli universitari e dalle collezioniste di abiti vintage. Se pensate che il nostro tour comprenda solo panorami e vie intricate vi sbagliate! 😉
Ecco qualche suggerimento culinario. Proprio in questa strada trovate Mangia e bevi, un informale ristorantino folcloristico in cui, con meno di 10€ e condividendo il tavolo con altra gente, potete assaggiare una pasta e patate deliziosa, una -non proprio leggera- parmigiana di melanzane e un buonissimo vino locale. Se invece volete, giustamente, provare la tradizionale pizza napoletana e vi trovate a 500 metri da Via dei Tribunali, raggiungetela, e avrete solo l’imbarazzo della scelta. Sorbillo, Il Presidente, Di Matteo, Attanasio. Questi, i nomi di alcuni dei più grandi pizzaioli di Napoli, dunque del mondo.
L’ultima tappa è Port’Alba, tempio storico delle bancarelle e del commercio librario, appena a sinistra di Piazza Dante. Qui Elena sfoglia romanzi appartenuti a qualcun altro e rivenduti a pochi spicci, compra riviste, poi intravede il suo libro in vendita e, impacciata e spaventata, va incontro alla sua nuova vita.
Un mio consiglio: Mezzocannone è vicinissimo a San Gregorio Armeno, sede dell’arte presepiale partenopea. Una tappa irrinunciabile se passerete per Napoli nel periodo natalizio. Vi raccomando di comprare un paio di sfogliatelle e di mangiarle passeggiando fino a Spaccanapoli.
L’anima di Napoli è lì.
Articolo di Carmela Cordova – Book Lover del Club delle ragazze con la valigia
Instancabile lettrice affetta da bibliomania. Studia Giurisprudenza per diventare avvocato internazionalista e ama i macarons, i cottage inglesi, i mercatini locali e i film degli anni Cinquanta.