Vivere senza latte

Quando ho scoperto di essere intollerante al lattosio ho dovuto inevitabilmente cambiare stile di vita e soprattutto alimentazione. Questo potrebbe spaventare, inizialmente, soprattutto perché 10 anni fa, quando l’ho scoperto, era tutto più difficile e non esistevano sostituti del latte o derivati, ma ora vi posso dire che questa rivelazione mi ha permesso di scoprire nuovi alimenti, nuovi ristoranti e bar e un nuovo approccio per affrontare la sveglia la mattina!

Cos’è l’intolleranza al lattosio?

Ma andiamo con ordine. Cos’è l’intolleranza al lattosio? È l’incapacità dell’intestino di dividere lo zucchero del latte (il lattosio) nei due zuccheri più semplici per far sì che vengano digeriti. Questa incapacità di digestione provoca gonfiori, nausee, tensione addominale, crampi e coliche.

Quindi insomma niente di simpatico. E devo dire che quando tornai a casa dopo la visita dal gastroenterologo che mi confermò l’intolleranza non ero particolarmente felice. Ma non mi sono lasciata abbattere e ho iniziato a studiare e documentarmi per cominciare a capire come avrei potuto vivere senza latte, perché il lattosio è presente in moltissimi alimenti e medicinali, non solo quelli più ovvi quali formaggi, creme e dolci, anche in quelli più impensabili. È presente, per esempio, nel prosciutto cotto, nelle salsicce, in alcuni tipi di patatine, in alcuni tipi di pane confezionato, in moltissime caramelle. È anche un eccipiente per diversi medicinali e all’epoca tutte le pillole anticoncezionali lo contenevano.

vivere senza latte

Che cosa è cambiato

Mi sono rimboccata le maniche e ho imparato a chiedere sempre cosa c’è nei piatti al ristorante, ma anche a casa di amici e parenti, ho imparato a leggere sempre le etichette dei prodotti che compro al supermercato, per questo quando faccio la spesa sono sempre meticolosa, ho imparato che il pranzo (come la cena o la colazione) non sono solo dei semplici intermezzi, ma dei momenti in cui devo prendermi cura di me.

etichette alimenti senza latte

E tutto questo mi ha dato la spinta per scoprire nuovi alimenti e combinazioni come il latte vegetale, oggi ne trovate davvero per tutti i gusti anche nei supermercati: di soia, mandorla, riso, avena, quinoa, noci e nocciole. E ancora, alternative ai formaggi fatti principalmente con soia e riso, moltissimi biscotti senza latte e burro, dai gusti diversi da quelli che ero abituata a mangiare e che ho piacevolmente introdotto nella mia alimentazione.

Ho imparato a cercare alternative, anche molto più salutari, al burro e alla panna senza rinunciare al gusto nei piatti, soprattutto nei dolci. E poi ho imparato a cucinare, cosa che dieci anni fa non avrei mai immaginato di fare. Perché, come dicevo prima, quando ho scoperto di essere intollerante non erano molti i prodotti del supermercato che potevo mangiare, quindi un bel giorno ho iniziato a preparare i biscotti per la colazione, le torte, i muffin, i sughi per la pasta, le zuppe, le creme, le crepes (devo perfezionarle però) e così via. Insomma ho imparato a vivere senza latte!

crepes senza latte

Viaggi senza latte

Un altro aspetto che è cambiato nella mia vita dopo che ho scoperto di essere intollerante al lattosio è stato il mio modo di viaggiare. Adesso, prima di intraprendere un qualsiasi viaggio, mi informo prima sulle tradizioni culinarie dei luoghi che andrò a visitare. E così ho imparato davvero tanto sui cibi tipici dei luoghi che ho visto e credo che questo sia una modo bellissimo per conoscere il mondo, mi sembra di entrare nelle cucine dei popoli che visito.

Ho imparato per esempio che in Asia non usano (o quasi) il latte vaccino, che l’Australia ha una cucina estremamente varia ed eterogenea e, già dieci anni fa, sono riuscita a trovare il latte di soia nei bar e nei ristoranti, che in Nord Europa devo stare molto più attenta agli ingredienti perché in una semplice minestra c’è quasi sempre nascosta della panna.

latte di mandorla

Naturalmente all’estero è più difficile anche per il problema della lingua, ma ho imparato a dire intolleranza al latte (che è più facile) in diverse lingue. E sono riuscita a gustarmi una meravigliosa zuppa fumante anche a Berlino!

Per me è diventato un modo divertente per approcciarmi al viaggio. E anche quando viaggio in Italia, in una nuova città, cerco sempre qualche ristorante carino da provare, dove so che potrò trovare alimenti senza latte.

Ora poi quasi tutti i ristoranti hanno una vasta alternativa per chi ha problemi di intolleranze. Di recente mi è capitato di essere stata invitata per un pranzo di compleanno in un agriturismo in Brianza. Prima di accettare l’invito ho contattato il posto per chiedere quale fosse il menù e se avessero un’alternativa per me. Sono stati gentilissimi, tanto che ho persino mangiato la loro torta di mele preparata con l’olio d’oliva!

Spesso mi viene chiesto cosa mangio, perché per chi non ha intolleranze è davvero difficile immaginare di togliere o sostituire degli alimenti. Ma io rispondo sempre che mangio comunque tutto, certo con attenzione e consapevolezza, ma senza troppi drammi.

Il mio approccio negli anni è cambiato ed è sempre più positivo e propositivo, perché mi ripeto continuamente che se non chiedo non lo posso sapere. In più ho notato che chiedendo, per esempio, in un bar o ristornate, se hanno qualcosa senza latte, automaticamente il ristoratore, se è attento, inizia a valutare l’idea di introdurre anche solo un dolce o un piatto senza lattosio.

Spero di aver chiarito un po’ di dubbi e, soprattutto, aver condiviso la mia storia con qualcuno che si trova nella mia stessa situazione: perché vivere senza latte non è poi così un dramma!


Articolo di Laura Guerrato – Milk Free Specialist del Club delle ragazze con la valigia

Milanese non proprio doc, ma quasi! Adora scrivere, viaggiare, scattare fotografie (se potesse tappezzerebbe casa), leggere e andare al cinema. Lavora per “gli inglesi” e ha da poco deciso di raccontare la sua vita senza latte in giro per il mondo sul suo blog unavitasenzalatte.it.

Laura Guerrato

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