Cosa vedere in 2 giorni a Varanasi, la città sacra dell’India

Varanasi, anticamente chiamata Benares, nello stato indiano dell’Uttar Pradesh, è una delle città più antiche e venerate dell’India. Ogni anno, oltre un milione di pellegrini si recano in visita a Varanasi, considerata una dei 7 centri sacri dell’Induismo e luogo di culto anche per la religione Jainista.

Varanasi

Si potrebbe quindi pensare che Varanasi sia una città piena di monumenti, luoghi di culto accessibili a tutti, strade e vie di comunicazioni adatte a contenere la folla umana che quotidianamente invade la città, ma non è così: Varanasi è India allo stato puro, contraddittoria, lercia, dura, crudele e allo stesso tempo inspiegabilmente affascinante, magnetica e materna.

bambini indiani

Passare 2 giorni a Varanasi vuol dire immergersi, totalmente, in questa umanità e anche senza “visitare” nulla (nel senso letterale del termine), saranno 48 ore così dense di esperienze che, come un vero indiano, vi sentirete “semplicemente” parte del Creato. Ma prima di capire come occupare questi 2 giorni, vediamo quali sono le cose che dovete assolutamente sapere prima di mettere piede in questa città.

Cosa sapere su Varanasi

Come un po’ per tutta l’India, ma in special modo per Varanasi, ci sono alcune cose importanti da sapere per comprendere meglio ciò che vedremo lungo il viaggio:

  • Varanasi è la città devota a Shiva, l’ultimo Dio della triade divina (Trimurti) nella religione Induista. È conosciuto come il Dio della distruzione e a Varanasi è dappertutto! Normalmente è rappresentato seduto come uno Yogi, con i capelli lunghi (tra i quali vi è una luna crescente), la pelle blu e un terzo occhio tra le sopracciglia.

Varanasi

  • A Varanasi masticano Betel. In pratica si tratta di un preparato masticatorio, avvolto da una foglia e al cui interno vi è una particolare noce, della calce (sì, avete capito bene, calce!) e, a volte, tabacco. Pare sia stimolante, sta di fatto che gli indiani ne vanno pazzi e masticano Betel dalla mattina alla sera, attività che poi li induce a sputare continuamente per terra (il Betel è di colore rosso scuro ed ecco spiegato il perché delle chiazze che noterete dappertutto).
  • Varanasi è formata da una parte più vecchia, labirintica, con stretti vicoli non accessibili alle macchine ma comunque sempre pieni di motorini, carretti, fedeli, turisti e vacche, e una parte nuova, le cui strade sono invase dal traffico cittadino e dove hanno anche costruito una moderna Università. Scegliere un hotel nella parte vecchia, possibilmente lungo le sponde del sacro Gange, è sicuramente la scelta migliore.

Varanasi, città sacra


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Cosa fare in 48 ore a Varanasi

Cosa fare, dunque, 2 giorni in questa città? La lista delle esperienze potrebbe essere ben più lunga ma dal momento che in India bisogna fare le cose con calma e prendersi del tempo, queste sono, a mio avviso, le cose davvero imperdibili:

  • Percorrete i Ghat a piedi partendo da quello più a Sud, l’Asi Ghat, fino a quello più a Nord, il Raja Ghat, o viceversa. Saranno probabilmente i 6 km più belli che percorrerete durante questo viaggio: le abluzioni dei pellegrini, i sari coloratissimi messi a stendere dalle donne, il fumo delle pire, le mucche, le scimmie e i mantra che riecheggiano saranno un’immersione totale in quella parte di India che vi accompagnerà a lungo, anche una volta che sarete tornati a casa.

Ghat, Varanasi

  • Fate un giro in barca sul Gange… anzi, fatene due, il primo all’alba e l’altro al tramonto. Assistere al sole che nasce sul sacro Gange è un’esperienza unica, assaporatene ogni attimo e godetevi quel silenzio così raro in questo continente. L’orario migliore è intorno alle 5.30 del mattino. Durante il tramonto, invece, fermatevi ad assistere alla Puja (preghiera) davanti al Dasaswamedh Ghat: in barca, arrivando presto, avrete la possibilità di godervi lo spettacolo da una posizione privilegiata ma il giorno successivo tornateci a piedi, confondendovi tra la folla e seguendo i loro rituali.

Puja

  • Se amate lo yoga, dedicate un po’ di tempo alla vostra pratica. Ci sono tanti centri che offrono lezioni individuali o anche collettive, ad un costo irrisorio considerando gli standard europei;
  • Provate la cucina locale, non fatevi intimidire dall’aspetto poco invitante di alcuni locali tipicamente “indiani”: in realtà, nei posti non frequentati dai turisti, si mangia davvero benissimo e personalmente non ho mai sofferto dei classici problemi intestinali. Sull’igiene, come potete ben immaginare, NO COMMENT!
  • Se vi avanza tempo, dedicate una mezza giornata alla visita dei templi dedicati rispettivamente a Shiva, Durga e Hanuman e se potete, soprattutto se digiuni di hinduismo, fatevi accompagnare da una guida che possa spiegarvi l’origine e il significato degli stessi;
  • Obbligatoria una sosta di un paio d’ore per lo shopping: braccialetti di vetro, sari di seta, anelli, orecchini, incensi, profumi, spezie e ogni sorta di manufatto artigianale… per tutte le appassionate di shopping l’India è il mondo dei sogni e tutto ad un prezzo così accessibile che fai fatica a credere possa essere vero!

sari colorato, India

Le cremazioni di Varanasi: ritualità e avvertenze

Con ogni probabilità saprete già che a Varanasi i corpi dei defunti vengono cremati lungo i Ghat, dando vita a quello che per i turisti diventa un vero e proprio spettacolo ma che per i fedeli è sempre e comunque una cerimonia funebre, che deve quindi godere del più assoluto rispetto. Per un hinduista, morire sulle sponde del Gange ed esservi cremato vuol dire mettere fine al ciclo delle reincarnazioni e questa convinzione viene suggellata da un rituale molto particolare, la cui vista è offuscata dal fumo delle pire.

Difficilmente si riesce a rimanere oltre qualche minuto vicino ai Ghat delle cremazioni: il fumo è così intenso che gli occhi iniziano a lacrimare e il respiro diventa affannoso. Solo un indiano può resistervi! Ciò nondimeno, in questo frangente si sente tutta la religiosità che pervade questa cultura, si avvertono le loro profonde credenze, forse non si riesce a comprendere ogni aspetto dei rituali portati a compimento, ma se ne percepisce la fede che sottende ogni gesto e ogni azione compiuta.

AVVERTENZA: è vietatissimo fare foto alle pire delle cremazioni e comunque evitate di farne negli immediati paraggi dei due ghat a queste riservati. Oltre ad essere imperdonabilmente irrispettoso, vi ritroverete circondati da decine di indiani infuriati che non aspettano altro di prendervi anche l’ultima rupia caduta per sbaglio nella tasca posteriore dei jeans.

Varanasi, sponde del Gange

Il mio indirizzo speciale

Assolutamente da provare è il Lassi, la tipica bevanda a base di latte e yogurt servita in una serie di varianti con frutta fresca e secca; potete anche girare tutta l’India in lungo e in largo ma dubito che troverete un Lassi migliore di quello del BLUE LASSI! Il mio preferito? Papaya e Cocco J.

E se state pensando a un viaggio in India, leggete anche:


Articolo di Valentina IdrofanoExperience Lover del Club delle ragazze con la valigia

Classe 1981, abruzzese di nascita, ha vissuto in diverse città fino a quando gli incontri della vita l’hanno portata a Torino, dove oggi risiede. Sagittario DOC, il viaggio è la sua meta.

Experience Lover

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