La donna selvaggia è la salute di tutte le donne.
(Clarissa Pinkola Estes – Donne che corrono coi lupi)
Da sempre la corsa può essere considerata come lo sport più accessibile e democratico che esiste: bastano un paio di buone scarpe, almeno una mezz’ora di tempo libero disponibile e un pizzico di buona volontà per cominciare.
Credo che ogni ragazza abbia provato almeno una volta nella vita a correre: l’entusiasmo spesso dura una settimana, a volte un mese o il tempo di una stagione.
Anche per me è sempre stato così, su pista o asfalto, ho sempre trovato la corsa “tradizionale” rivolta al podismo piuttosto noiosa per il mio modo di essere, finché non ho incontrato la corsa in montagna.
Un colpo di fulmine che dura ancora oggi, a distanza di alcuni anni, con i suoi alti e bassi e le sue varianti. Quelle che, insieme al territorio, fanno sì che della corsa in montagna non ci si stufi mai.
La corsa in montagna, più comunemente definita come “trail running” significa “corsa sul sentiero”. Si corre infatti in ambiente e su sentieri, di montagna ma non solo: anche in collina, al mare, nel deserto, contemplando tratti persino su asfalto (purché limitati, inferiori cioè al 20% del totale della lunghezza del percorso).
Naturalmente la corsa su sentiero non è una scoperta dei giorni nostri, quello che è nuovo invece è l’inquadramento sportivo. L’International Trail Running Association, infatti, nel 2013 ne ha proposto una definizione internazionale poi recepita dall’International Association of Athletics Federations, che nell’agosto del 2015 l’ha riconosciuto come una disciplina dell’atletica leggera.
Si inizia a correre in montagna alla ricerca della libertà, degli spazi aperti, delle sensazioni uniche che i paesaggi in quota possono regalare.
Tuttavia, quasi certamente, dopo un primo periodo di assestamento, vorrete mettervi alla prova con la vostra prima gara e vi troverete davanti a diverse definizioni di questo sport.
Oggi si parla infatti di diverse tipologie di corsa in montagna: differenti per la distanza percorsa e per le caratteristiche del terreno.
Si tratta di: Trail (con distanze fino ai 42 km), Ultra Trail (fino a 110 km e oltre), Skyrace (distanze dai 20 ai 30 km con più di 1.000 metri di dislivello e quota massima da 2000 metri), Vertical race (percorsi in alta quota molto brevi dai 3 ai 6 km e con tratti dipendenza del 30% e passaggi molto tecnici, a volte anche con corde fisse).
Gare di corsa in montagna: perché iniziare
Il mio primo approccio con le gare di corsa in montagna è stato quello dei mini trail; un tempo alcune gare di Trail presentavano una distanza molto corta, un mini Trail, tra gli 8 e i 10 km. Oggi è sempre più raro incontrarne: questo sport è più conosciuto e praticato e le distanze minime si aggirano sui 16-18 km.
Partecipare alle sorelle minori dei Trail più seri mi ha permesso di approcciare a questo sport in modo più rilassato, senza stress eccessivi della muscolatura e dei tendini e imparando a conoscermi e gestirmi durante la gara.
La componente di socialità dei Trail non è da trascurare ed è quella che ne determina il crescente successo anche tra i corridori che arrivano dalla strada: nella corsa in montagna non si è avversari ma compagni di viaggio, ci si aiuta lungo il percorso, si condividono esperienze di gara e di vita, ci si scambiano barrette e sorrisi, ci si ferma qualche secondo per scattare una foto lungo il percorso (siamo qui o no per goderci la montagna e la natura?) e al termine si beve una birra insieme al ristoro.
Nei Trail si guarda l’orologio per capire quanto manca al prossimo ristoro (punti attrezzati con volontari che distribuiscono acqua, sali minerali e snack alimentari): fatta eccezione per i favoriti del podio, tutti gli altri corrono per esserne “finisher” vincendo magari una scommessa con se stessi.
L’allenamento per la corsa in montagna
Correre in montagna vuol dire allenarsi a correre in salita. Ma anche in discesa.
A differenza della corsa su strada dove le andature sono più facilmente gestibili grazie all’assenza di pendenza del terreno, in montagna ci si troverà ad aver a che fare con terreni di ogni genere (ghiaietta, terreno erboso, fango, pietre), sentieri e percorsi di diversa ampiezza e difficoltà (si corre sulle strade carrozzabili ma anche su strette mulattiere nei boschi).
Questo vuol dire che gli allenamenti andranno calibrati avvicinandosi gradualmente alle salite, imparando a gestire il proprio fiato e le gambe per affrontare in modo sicuro anche le discese, che non sono affatto da trascurare in questo sport. Io ho la fortuna di vivere in alta montagna, perciò le discese sconnesse tra i boschi sono la mia specialità!
Dopo qualche anno da “autodidatta” ed un piccolo incidente di percorso, una fastidiosa fascite plantare che mi ha colpita dopo aver tentato una gara “lunga” senza adeguato allenamento, ho imparato a lavorare sul mio appoggio e a modulare i miei allenamenti in vista dell’obiettivo, grazie all’aiuto di alcuni coach professionisti.
Se dopo esservi avvicinati a questo sport desiderate farne la vostra principale passione, consiglio anche a voi di farvi seguire da un bravo allenatore di corsa in montagna: ve ne sono di bravissimi addirittura con servizi e tabelle personalizzate online!
I miei allenamenti, che vanno avanti da gennaio fino a questo momento, alternano uscite brevi e potenti utili a potenziare e migliorare la qualità della mia corsa (fartlek, progressivi, ripetute) a uscite più lunghe e lente dove ci si gode il territorio e si allena la resistenza.
Nel mio piccolo sono sempre più convinta tuttavia che i migliori allenamenti siano proprio le gare: correre in compagnia e con il pepe della competizione offre una marcia in più.
Vi parlerò qui di un paio di gare diverse per distanze e tipologia, che ho corso nei mesi estivi per prepararmi al prossimo grande obiettivo: la 34 km del Vibram Ultra Trail del Lago D’Orta.
Dal mini Trail ai 21 km: il Trail del Monferrato
Ci troviamo in Piemonte, a Santo Stefano Belbo, nel cuore del Monferrato, dove ha avuto i natali lo scrittore Cesare Pavese e lo sguardo si perde all’orizzonte in un susseguirsi di dolci colline e paesaggi lunari.
Qui si corre in settembre il Trail del Monferrato, che presenta tre diverse distanze (21 km, 54 km e perfino una 10 km enogastronomica), accomunate dalla caratteristica unica del percorso.
Partenza e arrivo di tutte le gare sono nel centro storico di Santo Stefano Belbo ma il percorso si snoda lungo i filari delle vigne, alternandosi tra interminabili e faticosi saliscendi, allietati dal ristoro posizionato a metà gara, per poi picchiare di nuovo con l’ultima interminabile salita quasi verticale.
Mi sono divertita moltissimo sui 21 km di questa gara, che vi consiglio per il paesaggio, il clima di festa che si respira insieme all’uva dei vitigni e le immancabili bottiglie di Moscato che porterete a casa tra pacco gara e dono per ogni finisher!
Correre un Vertical: il Faro Sky Challenge
Per chi preferisce le distanze corte ed esplosive, non teme la verticalità e la fatica da “cuore in gola” e ha i brividi di piacere al pensiero della vista mozzafiato che troverà all’arrivo in vetta, consiglio prima o poi di tentare una gara Vertical.
Nel mio paesino si corre da qualche anno ogni estate il Vertical del Faro, come lo chiamano i “locals”, che parte dal cuore di Sauze d’Oulx, Comune Olimpico in provincia di Torino, e arriva al Faro degli Alpini, uno storico ritrovo, panoramico e assai suggestivo sul Monte Genevris, a quota 2536 mt.
Accanto al classico Vertical di 3,3 km e 1000 mt di dislivello positivo è possibile correre una Classic Up&Down di 8 km tra salita, identica a quella del Vertical, e discesa fino in paese. Per non farmi mancare nulla ho deciso di tentare proprio questa seconda versione.
I Vertical sono gare corte ma che richiedono una fortissima potenza ed una buona dose di fatica, adatte a chi non predilige la corsa sciolta lungo i sentieri ma è più affine alla tecnica di camminata veloce in salita con l’ausilio dei bastoncini. Il Faro Sky Challenge non presenta tratti tecnici difficoltosi ma ha salite tracciate tra i boschi con pendenza fino a 30%: il muro più duro è un’antica traccia di risalita dello skilift!
Il punto di forza di questa gara è il tifo lungo il percorso, il piccolo ma fornito ristoro all’arrivo e la bella festa con graditi premi ad estrazione che si tiene poi nel pomeriggio in paese.
Se come me amate la montagna e un po’ di fatica non vi spaventa, il mio consiglio è di provare ad assaporare le fatiche ma soprattutto le grandi gioie della corsa in montagna: sono certa che dopo un po’ non potrete più tornare indietro!
Articolo di Flavia Chiarelli – Sport Specialist del Club delle ragazze con la valigia
Sport Marketing Manager, accompagna atleti e business outdoor a crescere e raccontarsi. Abruzzese di nascita, nomade per vocazione, montanara per scelta. Ama praticare sport, specialmente in verticale.