Zanzibar è una di quelle isole dove, subito dopo averla lasciata, non vedi l’ora di tornare. Sarà per le sue spiagge di borotalco o per l’acqua cristallina, sarà per il profumo delle spezie o per gli abiti colorati delle donne, certo è che quest’isola incantevole è una delle mete preferite dai vacanzieri italiani, soprattutto durante il nostro inverno.
Avete intenzione di andare a Zanzibar ma siete preoccupati del fatto che in un’isola potreste annoiarvi? Siete persone iperattive che hanno bisogno di muoversi tanto anche in vacanza? In questo post vi elencherò tutte le escursioni che potrete fare una volta messo piede sull’isola di Unguja (il vero nome dell’isola).
Quando andare a Zanzibar?
Il periodo migliore va da dicembre a febbraio quindi si tratta di una meta perfetta per tutti coloro che volessero ritagliarsi una parentesi di estate durante il nostro lungo inverno. Il periodo delle piogge, che generalmente dura 3 mesi, inizia a marzo e termina verso fine maggio, mentre per il resto dell’anno il tempo è variabile e le temperature minime sono sempre oltre i 20 gradi. Se siete indecisi su dove passare le vacanze di Natale, Zanzibar potrebbe essere una soluzione!
Zanzibar da nord a sud: quale zona scegliere?
Se parliamo della sola Unguja (e quindi non dell’intero arcipelago), possiamo distinguere due principali zone d’interesse, dal carattere decisamente diverso l’una dall’altra.
Il Nord di Zanzibar
È la parte più turistica e affollata di tutta l’isola e anche quella con la maggior concentrazione di resort, dal più semplice a quello extralusso! Il motivo per il quale tutti scelgono di trascorrere le proprie vacanze tra Nungwi e Kendwa è presto detto: spiagge meravigliose, oceano caldo e incredibilmente trasparente, cieli stellati e tramonti da urlo.
Il fenomeno delle maree, in questa parte di isola, si avverte molto meno che altrove, garantendoti la possibilità di un rinfrescante bagno per tutto il giorno.
Gli svantaggi? Beh, quasi sicuramente sentirai la mancanza del vero carattere di Zanzibar, della sua cultura africana e dei suoi abitanti.
Il Sud di Zanzibar
La zona a sud di Zanzibar è quella maggiormente interessata dal fenomeno delle maree ma, proprio per questo, è anche quella più popolata dalle persone del luogo, che vivono e lavorano in funzione di questo andirivieni.
Se deciderete di fare un salto a Jambiani, o nei vicini villaggi di Paje e Bwejuu, noterete l’enorme differenza con la zona nord dell’isola ed assisterete allo scorrere lento della vita degli autoctoni, impegnati a raccogliere alghe, conchiglie e tutto ciò che l’oceano è in grado di offrire. Se tutto questo vi sembra troppo tranquillo, potete sempre andare in cerca di adrenalina facendo kitesurf in una delle numerose scuole di Paje.
Le escursioni imperdibili a Zanzibar: lingue di sabbia, atolli, riserve naturali e spezie
Nakupenda: il paradiso
Mai sentito parlare delle famose “lingue di sabbia” di Zanzibar? Nakupenda è una di queste ed è una meraviglia! Nella maggior parte dei casi la visita a Nakupenda viene abbinata a quella di Prison Island, famosa per la sue tartarughe giganti. L’escursione classica prevede la partenza al mattino da Stone Town, la visita Prison Island, la sosta per lo snorkeling e poi il meritato relax a Nakupenda, dove l’equipaggio dell’imbarcazione preparerà un delizioso pranzetto a base di pesce e riso al cocco.
Avete presente la classica spiaggia da sogno? Ecco, andate a Nakupenda e poi ne riparliamo!
Mnemba…o quasi: nei paraggi dell’atollo di Bill Gates
Mnemba è un atollo privato, di proprietà di Bill Gates, sul quale non si può accedere a meno di non pernottare lì (qualcosa mi suggerisce che non è propriamente a buon mercato). Tutte le imbarcazioni si fermano proprio davanti all’atollo, per permettere ai turisti di fare snorkeling nei dintorni. Il pranzo, sempre a base di pesce e riso al cocco, vi verrà servito su un’altra bellissima lingua di sabbia, molto vicina all’atollo di Mnemba e, fortunatamente, pubblica!
Chumbe, brillante esempio di turismo sostenibile
La riserva naturale dell’isola di Chumbe, istituita nel 1991 e raggiungibile in barca da Stone Town, fa parte dell’arcipelago di Zanzibar ed è un’area marina protetta e privata che comprende la piccola isola di Chumbe e le acque che la circondano, note per la loro fantastica barriera corallina.
Il parco, un sistema di aree protette che comprende il Chumbe Reef Sanctuary e la Closed Forest Reserve, non è di facile accesso visto che gli ingressi sono contingentati e la priorità viene data a chi decide di alloggiare in questo paradiso. Per prenotare la visita o anche solo per saperne di più, potete consultare il loro sito internet, ricco di informazioni e di spunti utili.
Ma perché Chumbe è così speciale? La risposta è che si tratta di un progetto di tutela ambientale e di ecoturismo sostenibile, vincitore di tantissimi premi e classificatosi, nel 2018, tra i tre finalisti del premio “Tourism of Tomorrow” del World Travel Tourist Council nella categoria Ambiente. La riserva è gestita da un’organizzazione no-profit ed i proventi sono interamente reinvestiti per il mantenimento del parco e per i corsi educativi dei pescatori locali.
Chumbe è un grande insegnamento, proveniente da una piccolissima isola al largo dell’Oceano Indiano dove la maggior parte della popolazione locale vive con meno di un dollaro al giorno, e dal quale dovremmo tutti prendere esempio.
Tour delle spezie
Uno dei modi per scoprire i sapori e i profumi dell’isola di Unguja è quello di partecipare ad un tour delle spezie. Solitamente questa escursione comprende la visita guidata ad una piantagione e la spiegazione delle varie spezie che vengono coltivate ed usate sull’isola come vaniglia, cardamomo, pepe nero, zenzero e moltissime altre.
Se non avete mai fatto un’esperienza del genere, Zanzibar è il posto giusto per iniziare!
Articolo di Valentina Idrofano – Experience Lover del Club delle ragazze con la valigia
Classe 1981, abruzzese di nascita, ha vissuto in diverse città fino a quando gli incontri della vita l’hanno portata a Torino, dove oggi risiede. Sagittario DOC, il viaggio è la sua meta.