Ormai l’avrete capito, in qualità di Expat Specialist del Club delle ragazze con la valigia, la mia passione è proprio quella di sperimentare la vita in paesi diversi dal mio. E, tra i vari posti del mondo in cui ho vissuto nel corso degli anni, ho aggiunto alla mia lista anche la Cina. Infatti, grazie ad una borsa di studio vinta con l’Istituto Confucio di Roma e l’Aula Confucio della mia Università, ho passato un mese a Nanchino come studentessa di lingua cinese e medicina tradizionale.
E, nonostante per fare questa esperienza non abbia dovuto cercare un lavoro o un alloggio, ho comunque dovuto fare parecchi preparativi prima di partire. Oggi vi darò qualche utile consiglio per vivere in Cina ed apprezzare al meglio questo luogo immenso.
Il visto
Cominciamo pure dall’inizio: il visto. Sia che vogliate farlo come turisti, che come studenti o come lavoratori, per vivere in Cina, o anche solo per entrarci, è necessario richiedere il visto al Chinese Visa Application Service Center (CVASC). Io ovviamente ne ho fatto uno studentesco, più precisamente di tipo X2, che mi è stato approvato e consegnato nel giro di 5-6 giorni. Mi sono recata all’ufficio di Roma, che si trova in Viale Regina Margherita 279, con il passaporto valido per almeno 6 mesi, l’application form interamente compilato (lo trovate sul sito visaforchina.org), una mia fototessera e la lettera d’invito da parte dell’Università di Nanchino (quest’ultimo documento non serve per il visto turistico). Per quanto riguarda i costi, il mio visto X2 veniva 127 euro, che ho pagato comodamente al ritiro.
L’ufficio è molto pulito ed efficiente, ci lavorano ragazzi sia cinesi che italiani e tutti parlano entrambe le lingue. È aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 15 per richiedere il visto e dalle 9 alle 16 per ritirarlo. Sul sito è anche possibile prenotare un appuntamento, ma in linea di massima non è obbligatorio né necessario.
Le app
Se noi occidentali pensiamo di essere un popolo tecnologico e all’avanguardia, rispetto agli orientali siamo ancora indietro anni luce. Infatti, esistono applicazioni senza le quali è davvero difficile vivere in Cina.
E non sto scherzando: all’inizio, quando la mia professoressa insisteva per farmi scaricare WeChat a tutti i costi, mi sembrava un’esagerazione. Ho iniziato a comprenderne l’importanza quando, per installare l’applicazione sul mio smartphone, ci sono voluti alcuni giorni, tanta pazienza e l’impagabile aiuto di una mia amica cinese (Lina, se ci sei e mi stai leggendo, sappi che ti ringrazio di cuore). Ma finché non sono arrivata, non mi sono realmente resa conto di quanto quest’applicazione fosse indispensabile.
E se WeChat è decisamente la più importante, non è certo l’unica app che può aiutare a vivere in Cina.
Ecco qui la mia personale lista di applicazioni senza cui non sarei riuscita a sopravvivere.
- WeChat: come vi ho già anticipato, questa è l’Applicazione, con la “A” maiuscola. I cinesi la usano per chattare tra loro, per collegarci il conto in banca e fare qualsiasi tipo di pagamento, per iscriversi ai siti internet, per passare i file da un dispositivo all’altro, per ordinare da mangiare… Le sue funzioni sono talmente tante che un intero articolo non basterebbe a descriverle.
- Alipay: anche quest’applicazione serve per pagare, ma al contrario di WeChat ha praticamente solo questa funzione. È comunque necessario avere un conto bancario cinese, ma senza è impossibile fare tante cose, tra cui chiamare un taxi o affittare una bicicletta.
- Pleco e Baidu: devo essere sincera, queste due app sono quelle che mi hanno decisamente salvato la vita. Fondamentalmente servono per tradurre in tempo reale le scritte e, mentre per Pleco bisogna comunque avere una conoscenza base del cinese, per poter trascrivere i caratteri, con Baidu basta semplicemente fare una foto alle scritte per avere una traduzione simultanea. Attenzione, però: entrambe le applicazioni traducono dal cinese all’inglese soltanto!
Usanze a cui fare l’abitudine
Nell’istante stesso in cui abbiamo messo piede in Cina, ovviamente subito dopo essere riusciti a connetterci ad una rete wifi, io e i miei compagni di viaggio abbiamo mandato un messaggio su WeChat alla nostra professoressa di cinese, avvisandola del nostro arrivo. E sapete lei cosa ci ha risposto? “Ragazzi, SIETE GIÀ IN CINA! Abituatevi alla gente, ai suoni”. All’inizio pensavo fosse una frase di circostanza, detta tanto per darci la carica per affrontare questa nuova avventura. Col senno di poi, credo si riferisse ad uno dei rumori più fastidiosi di questo mondo, purtroppo molto presente in Cina: il suono della gente che sputa.
Dell’intera esperienza di vivere in Cina, la cosa che forse mi mancherà di meno è proprio l’usanza di sputare per strada. Alle altre cose come mangiare con le bacchette, bere acqua calda a qualsiasi ora, vedere vestiti appesi per strada perché in casa non hanno spazio oppure grandi pezzi di carne e di pesce appesi sempre per strada per scaramanzia, sono piano piano riuscita ad abituarmi. Agli sputi proprio no.
Uomini, donne, bambini… in Cina tutti sputano. E non importa che stiano al chiuso o all’aperto, dentro un bar o in mezzo al parco, nessuno ci fa caso.
Ma il bello non sta proprio nel fatto di scoprire usanze e tradizioni nuove, anche se assurde per noi?
Articolo di Rachele Faggiani – Expat Specialist del Club delle ragazze con la valigia
Rachele viaggia… da quando è nata! Le piace vivere all’estero per capire meglio le nuove culture e i piatti tipici, e se non è in viaggio ne ha sicuramente uno in preparazione.
Michela
20/05/2019 alle 8:15 (4 anni fa)Interessantissimo, anche se in Cina non ci vuoi vivere e non é sulla lista dei miei viaggi, é davvero interessante capire e sentire come vivono altre persone, più distanti.
Bello (a parte gli sputi 😉 )