Il barocco sul mare: una mini-guida per la Sicilia orientale (completa di dritte per i book lover)

Terra arida, arsa dal sole, ma culturalmente straripante e gastronomicamente ricca, la Sicilia deve essere oggetto di un programma scandito, che sappia coniugare la bellezza delle spiagge e l’imponenza delle cattedrali, la versatilità ai piatti di ogni città e gli incontri col passato nelle sue tonnare e in cima alle ripide scalinate. Preparatevi a lei, alla sua potenza, alla sua elegante fierezza.

Avete ben tre scuse per partire per la Sicilia Orientale e barocca: le riserve naturali e le oasi faunistiche, i luoghi amati dal Commissario Montalbano o l’esuberanza “colta” dell’architettura barocca. Altro motivo, sempre valido: il cibo, in tutte le sue infinite declinazioni.

Sicilia Orientale: mini-guida completa di dritte per i lettori

Le spiagge e le riserve naturali sono ancora incontaminate e andrebbero viste anche fuori stagione da chi ama il birdwatching. Se il vostro scopo è scoprire le spiagge più belle della Sicilia resterete a bocca aperta dinanzi all’Oasi Faunistica di Vendicari, patrimonio dell’UNESCO, in provincia di Siracusa. Meno famosa delle spiagge affollate del lato occidentale, Vendicari è una riserva di oltre 1500 ettari dove i fenicotteri incontrano le rocce a strapiombo su un mare sconosciuto, e alcune cale sono raggiungibili solo attraverso sentieri segreti e tortuosi che perimetrano siti archeologici immersi nella natura. Tralasciando le famosissime spiagge di Calamosche e San Lorenzo, per un po’ di tranquillità spostatevi verso il mare cristallino della spiaggia Cittadella dei Maccari, e se volete assaporare un po’ della vecchia Sicilia orientale prendete il sole nei pressi della storica Tonnara di Vendicari. Tutta la riserva, da Eloro a Marzamemi, è un tripudio di cactus, fichi d’India e uccelli migratori. A solo 15 minuti da queste spiagge, la barocca Noto.

A nord di Vendicari, a sud del Porto Grande di Siracusa, si trova l’Area Marittima protetta del Plemmirio, anche chiamata Penisola della Maddalena. Sentieri ricchi di cespugli di ogni specie, grotte carsiche e scogliere bianche si sposano con le onde di un mare che ospita diverse varietà di pesci. Alle spalle e sul fondale resti di epoca greca e romana. Il mio consiglio è raggiungere il Promontorio di Punta della Mola e la sottostante Cala Massolivieri. Quella spiaggia dorata, difficilmente raggiungibile dai più pigri, è tra le più belle in assoluto.

Attenzione: mancano punti di ristoro, munirsi di pranzo al sacco! 😉

Sicilia Orientale: Punta della Mola

Se, come me, amate il maestro Camilleri avrete letto almeno uno dei suoi romanzi, ma basta anche aver guardato una sola puntata de Il Commissario Montalbano per rendervi conto di quanto la Sicilia sia prepotente, integra e inattaccabile, ma allo stesso tempo accogliente e generosa. Qui, le tradizioni, i sapori, i modi di fare, i proverbi e l’architettura si fondono creando uno scenario che sembra incondizionato dal tempo. I luoghi scelti da Camilleri sono quelli della Sicilia orientale:

  • primo fra tutti Punta Secca a Santa Croce Camerina, dove, direttamente sul mare, si trova la casa del Commissario. A pochi passi dalla casa, da poco si trova un mezzo busto raffigurante Camilleri intento a scrivere;
  • Castello di Donnafugata (sotto, in foto), a 15 km da Ragusa. Nella serie TV è la villa del boss Don Balduccio Sinagra, scelto poi dall’attore Luca Zingaretti come location del suo matrimonio. Gli interni del Castello sono rimasti inalterati, un giro per quelle stanze è un viaggio attraverso gli abiti e lo stile della nobiltà siciliana dell’Ottocento;
  • il Palazzo Vermexio in Piazza Duomo, nel centro storico di Siracusa, Ortigia. Qui, nell’episodio “Il giro di boa”, l’importante facciata del palazzo è quella della Questura di Montelusa;
  • la Torre Sveva a Vendicari: più di qualche episodio la vede come protagonista. Si trova nell’Oasi Faunistica di Vendicari;
  • il lungomare di Donnalucata, che negli episodi è la fantastica Marinella di Montalbano;
  • le casupole di Marzamemi, intorno alle quali indaga Salvo Montalbano ne “La forma dell’acqua” e ne “Le ali della sfinge”;
  • l’ex Monastero di San Tommaso a Noto, che nella serie è spesso il carcere di  Vigàta;
  • la Vigàta camilleriana altro non è che Scicli, capolavoro dell’arte barocca, con il suo imponente Palazzo del Municipio, in Via Francesco Mormino Penna, che rappresenta il Commissariato.

Mangiare come Salvo Montalbano è possibile. Due i ristoranti famosi: Enzo a mare, sul lungomare Amerigo Vespucci a Punta Secca e A Rusticana, ristorante nel cuore di Ragusa Ibla dove ordinare un piatto tipico di cavateddi, chiamato dal Commissario Da Calogero. Consigliatissimo A Rusticana per i primi e un giro tra i negozietti ragusani, mentre Enzo a mare per i secondi di pesce e una cena a lume di candela sul mare più amato da Camilleri.

Donnafugata, interni palazzo

Se volete intraprendere un itinerario che vi permetta di esplorare la Sicilia orientale, dovrete dividervi tra almeno 4 luoghi: Ortigia, Noto, Ragusa e Modica.

L’isola di Ortigia

Un concentrato di bellezza in pietra bianca sotto forma di conventi, piazze, palazzi e fontane sopra un isolotto che rappresenta la parte più antica di Siracusa. Da vedere almeno una volta nella vita. A chi ama l’arte consiglio di non perdere il Castello Maniace, dietro Fonte Aretusa, sulla punta del porto, e il dipinto “Seppellimento di Santa Lucia”, opera di Caravaggio nella barocca Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Sulla sorgente di Fonte Aretusa, invece, cresce uno dei due soli papireti italiani. Qui, le piante di papiro, di sera illuminate da lucine fioche, si specchiano nell’acqua facendo ombra alle anatre. La manifestazione più poetica del barocco siciliano è il Duomo di Siracusa, un enorme cattedrale che domina la principale piazza di Ortigia e che sorge sui resti di un tempio greco. Perdetevi tra le stradine labirintiche di Ortigia, assaggiate il famoso cannolo della Pasticceria Artale e la granita a mandorla del Gran Caffè del Duomo. Cenate da Spuzzuliamu, una trattoria dai prezzi contenuti in un vicoletto pittoresco, dove mangiare una buonissima pasta alla siracusana o un piatto di gnocchi al pistacchio (dichiariamo anche questi Patrimonio dell’Unesco?).

Ortigia, centro storico

A Ortigia si trova anche Biblios Cafè, un delizioso bar letterario dove tazze di tisana e calici di vino si possono sorseggiare sfogliando i libri più interessanti pubblicati dall’editoria siciliana. Lo considero anche il posto più originale di Siracusa per acquistare souvenir non convenzionali come borse a tema libri e a tema Sicilia.

Un consiglio per i disattenti: a Ortigia c’è la ZTL, è meglio parcheggiare al di fuori dell’isola e attraversare il ponte che la collega al resto di Siracusa a piedi. La passeggiata può solo diventare più piacevole.

Noto

Porta Reale vi dà il benvenuto a Noto, opulenta e signorile, Patrimonio dell’Umanità. Occorre una giornata per vederla tutta, e un solo minuto per innamorarsene. Il centro storico netino si percorre a piedi in 15 minuti, ma vi basteranno per capire perché Noto è considerata la perla del Barocco. Il balcone del Palazzo Nicolaci, nella via Nicolaci, è un inestimabile e altissimo esempio di Barocco, così come la Cattedrale di San Nicolò che, come una regina, si erge solennemente sopra una lunga scalinata. Ma il colpo di fulmine che mi ha legato a questa città è scoccato in cima ad un ex convento, la Chiesa di Santa Chiara che si trova lungo il Corso Vittorio Emanuele. Da lassù, la vista su Noto ripaga la faticosa salita con l’emozione di trovarsi senza parole.

Noto, Sicilia Orientale

Per un aperitivo al volo vale la pena passare da Arancina Planet, in Via Ducezio, per le arancine al ragù, al pistacchio e alla cipolla. Non lasciatevi ingannare dallo stile trasandato del locale, perché è la migliore rosticceria di tutta Noto. Il cannolo, invece, mangiatelo in una vera, autentica pasticceria siciliana: il Caffè Sicilia.

Noto ha la fortuna di avere tra i suoi abitanti un libraio generoso di consigli, una mente fervida, dedita all’amore per gli scrittori siciliani e non solo. Lo trovate nella piccola, intima e traboccante libreria Liber Liber: se siete accaniti lettori, dedicate una manciata di minuti alla scelta di un libro che vi parli della Sicilia (io ho scelto I leoni di Sicilia – La saga dei Florio) in questo angolino libroso in Corso Vittorio Emanuele.

Ragusa Ibla

Romantica alla massima potenza, ma per pochi viaggiatori pazienti e silenziosi. Interminabili scalinate, vicoli cechi e note musicali si insinuano in una parte di Ragusa situata in collina, interamente scavata nel tufo.

Le casette di pietra bianca dall’ora del tramonto si illuminano di arancio, incontrando il verde delle montagne tutt’intorno: una cornice che pare uscita da un dipinto impressionista. Iniziate il giro di Ibla dal Duomo di San Giorgio e terminatelo con il Giardino Ibleo, una sorta di piccola oasi divina realizzata nell’Ottocento. Ragusa Ibla è quieta, come se fosse rimasta ferma a duecento anni fa. Il turismo è di classe, fatto di persone interessate al tardo Barocco e coppiette che si perdono tra strade labirintiche che portano alla Chiesa di Santa Maria delle Scale (punto strategico da cui scattare la famosa fotografia di Ragusa dall’alto di una scalinata maestosa).

Ragusa Ibla

Anche qui, nel centro di Ibla, si possono gustare prodotti tipici di qualità elevatissima, godendo dell’ospitalità siciliana. Sul Corso XXV Aprile trovate la Salumeria Barocco, dove cena e aperitivo sono all’insegna di birra locale e taglieri con decine di varietà di formaggi e salumi ragusani, mentre fuori, sul muro, un cartello con la scritta “Ragusa, Ospitalità diffusa”.

Una chicca per lettori incalliti: la Ubik di Ragusa Ibla, altro gioiellino di Corso XXV Aprile. Non è una Ubik come le altre, ma è un vero e proprio monumento a Camilleri. Bellissima, fornitissima, con le sue pareti bianche e un world trip dipinto di nero, è una libreria che merita una sosta (una lunga sosta).

Ubik, libreria a Ragusa

Modica

Le casette in pietra e le ardue scalinate la rendono simile a Ibla. Ma c’è una cosa che la rende diversa: la sua potenza storica. Nel 1300 divenne feudo della famiglia Chiaramonte e questo titolo la trasformò in una città autorevole, vittoriosa. L’ho trovata un po’ nostalgica e la vista su Modica da Pizzo Belvedere (da appuntare per un panorama che toglie il fiato) mi è parsa una cartolina vintage un po’ consunta. Modica è scolorita, ma aristocratica e superba come una nobildonna siciliana. Da Modica Bassa potrete raggiungere Modica Alta in tanti modi, ma vi consiglio di salire i 250 gradini che conducono alla Chiesa di San Giorgio, itinerario a dir poco suggestivo e non meno impegnativo.

San Giorgio, Modica

Da non perdere l’Osteria dei Sapori Perduti, per un pranzo tradizionale a base di macco di fave e ravioli fatti a mano. Una prelibatezza dello chef, tutta nuova, è la cassata scomposta. Questo ristorantino è il trionfo del vintage. Il proprietario ne è un appassionato e ha cosparso il suo magico posto di giocattoli antichi, telefoni degli anni Quaranta e Cinquanta, grammofoni e utensili da cucina introvabili.

Modica, Barocco siciliano

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  1. Il Barocco della Sicilia del sud-est: da Siracusa a Portopalo di Capo Passero
  2. 15 posti da visitare in Sicilia
  3. I piatti siciliani da non perdere
  4. Ragusa e dintorni: itinerario di viaggio nel sud-est della Sicilia
  5. Marzamemi: il borgo siciliano di cui vi innamorerete

Articolo di Carmela Cordova – Book Lover del Club delle ragazze con la valigia

Instancabile lettrice affetta da bibliomania. Laureata in Giurisprudenza, si divide tra tribunali e librerie. Ama i cottage inglesi, i mercatini locali, le città attraversate dai fiumi e i film degli anni Cinquanta.

Carmela Cordova

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