Assaporare Napoli.
Troverete tante guide che vi dicono dove mangiare a Napoli. Ma la assaporerete davvero non su una balconata con vista, né in una pizzeria sul lungomare, o in un ristorante chic che mescola piatti gourmet e sapori lontani. Napoli la incontrate dentro la Pigna Secca, camminando per Montesanto o percorrendo Spaccanapoli, con la pizza a portafoglio che costa solo un euro e le pizze fritte ripiene di prosciutto e mozzarella che fumano e invocano le ricette delle bisnonne, saporite, sostanziose, eterne. Napoli va vissuta nei Quartieri Spagnoli, nelle trattorie storiche che se ne fregano di sembrare belle fuori, perché puntano alla bellezza vera, quella che sta dentro ai ripieni, ai babà, al ragù. Poesia, in un’unica parola. L’essenzialità del gusto, dei sapori con una storia bella alle spalle, senza contorni, giri di parole e giochi di stile.
Dove mangiare a Napoli e dintorni: 10 cibi imperdibili
Di seguito, 10 cibi “esperenziali”, 10 modi di assaggiare Napoli, per davvero.
Il babà
Questo dolce è di origine polacca ma è napoletano di adozione. Un morso di felicità al sapore di rum. Che sia gigante, con la crema, al cioccolato, o mignon e ricoperto di fragoline, è sempre soffice e ben lievitato. A detta dei napoletani la versione classica del babà è la più buona, io, però, preferisco quello ripieno di panna, fragole e kiwi. In cima a un’escalation di sapori trovate il babà che crea dipendenza, quello per gli impavidi che non stanno mai a dieta: il babà con la nutella.
Da Scaturchio nel centro storico, a Bellavia nella sua sede a Rione Alto, da Carraturo, fondata nel lontanissimo 1837, ad Attanasio nei pressi della Stazione Centrale, troverete un babà eccezionale. Il mio consiglio, però, è di assaggiare il babà nella Pasticceria Sindaco, Squisitezze Napoletane. Si trova in una delle strade più belle di Napoli: Via Benedetto Croce, a un passo dal Complesso Monumentale di Santa Chiara e dalla Cappella San Severo. In questa pasticceria troverete prezzi bassi e infinite varietà di babà, tra cui quelli al limone, al cioccolato bianco, al Kinder Bueno, crema e panna e fragole.
La pizza
L’alimento più riprodotto, copiato, venduto al mondo. Quello che trovi a Roma, a Las Vegas e a New Delhi. A Napoli, però, è tutta un’altra storia, è l’origine di tutto, ed è, naturalmente, ineguagliabile. C’è chi dice che l’acqua, i pomodori, il basilico e il fiordilatte campani, insieme all’atavica passione dei pizzaioli napoletani, formano un piatto irripetibile, unico, materialmente e sentimentalmente irriproducibile.
La pizza napoletana straborda dal piatto, è necessariamente cotta in forno a legna, e ha un cornicione basso. Quella casertana, invece, è più piccola, ha un cornicione altissimo, alveolato, a volte ripieno. Frutto di due diverse scuole di pensiero, raggruppano le principali varianti di pizza campana, entrambi buonissime. A Caserta trovate Pepe in grani, I Masanielli e Casa Vitiello. A Napoli avete l’imbarazzo della scelta tra Concettina ai Tre Santi, nella Sanità, Starita a Materdei, Sorbillo, e Di Matteo in Via Tribunali, Pellone a Via Nazionale, Antica Pizzeria da Michele (location del film Mangia, prega, ama), in cui potrete assaggiare solo la pizza Margerita e la Marinara.
La mozzarella
Molti fanno l’errore di attribuirla a Napoli. In realtà, la mozzarella ha due origini: casertana o salernitana. La prima è più salata della seconda, ma sono entrambe un concentrato di sapore inimitabile, soprattutto se sono fresche e se “lacrimano” quando vengono tagliate. Sul litorale salernitano, pieno di caseifici che vendono anche yogurt e gelato al sapore di mozzarella, il caseificio più famoso è, senza dubbio, Vannullo, garanzia di qualità e freschezza. Tuttavia, se siete a Napoli e volete un assaggio di mozzarella di bufala dop certificata, recatevi al punto vendita Garofalo, presso la Stazione Centrale Garibaldi: troverete la migliore mozzarella casertana in territorio napoletano.
La sfogliatella
Il dolce che divide i napoletani in due categorie: gli amanti della riccia e i seguaci della frolla. I primi sono avvinti da una moltitudine di strati di sfoglia croccante, i secondi si tuffano in una spolverata di zucchero a velo e in una pasta frolla tonda e morbida. Tutti, però, sono attirati dal ripieno di ricotta, zucchero, uova e canditi ma, soprattutto, dall’odore magnetico di questo dolce. Il profumo della sfogliatella a Napoli è inconfondibile. Un miscuglio di cannella, fiori d’arancio e vaniglia lascia scie di gioia nei vicoli e nelle piazze della città. In ogni bar e in ogni pasticceria troverete una sfogliatella buonissima, però, se proprio vogliamo essere precisi, Attanasio, nei pressi della Stazione Centrale, e Pintauro, in Via Toledo, sono le migliori pasticcerie in fatto di sfogliatella. La mia preferita è Pintauro: si dice che sia stato il primo a portare nelle strade di Napoli questa meraviglia dei sensi.
La graffa
Rrigorosamente quella di Ciro a Mergellina, chalet nato come chiosco sul lungomare nel 1952. Un punto di Via Caracciolo, con il mare di fronte e Posillipo alle spalle, posticino strategico per un caffè con gli amici e un aperitivo a base di gelato. La delizia al limone è buonissima, così come gli altri dolci: le crostate alle fragole, i semifreddi, le code d’aragosta. C’è una cosa, però, su cui ha un incontrovertibile primato: la graffa fritta ricoperta di zucchero, mangiata in piedi, al banco, all’aperto, guardando il Vesuvio. Se chiedete a un napoletano qual è la migliore graffa di Napoli, non c’è pasticceria che tenga, perché Ciro è imbattibile. Recente trovata di questo chalet è il cono graffa ripieno di gelato, ennesima straordinaria invenzione senza eguali.
La pizza fritta
È suo il primo posto nella friggitoria napoletana, non v’è dubbio. Ed è lei la protagonista assoluta dello street food napoletano. Nata in tempo di guerra, quando erano reperibili ricotta e cicoli, è diventata un’istituzione in tutta la Campania, abbellita e rinvigorita con ripieni alternativi. Salame e ricotta, mozzarella e pomodoro, fiordilatte e prosciutto cotto, e altre filanti, roventi varianti. Avvolta nella carta, va mangiata in strada, mentre si gira per il centro storico, nella Napoli rumorosa, leggendaria, avvolgente. Può essere di due tipi: piccola e grande. Tra le migliori pizze fritte da mangiare seduti, in pizzeria, perché escono fuori dal piatto, primeggia quella di Pellone, in Via Nazionale: una pizza fritta gigantesca, da dividere con un amico, ripiena di ricotta, pepe, provola e pomodoro, dal costo di 5 euro.
La pastiera
Una mescolanza di profumi e sapori che a Napoli, quando invade le strade, ci dice che Pasqua sta arrivando. La ricotta, insieme al grano cotto, ai canditi, alle uova, allo zucchero, aromatizzata con i cubetti di arancia e con il cedro, con la vaniglia e millefiori, forma un ripieno morbido racchiuso in una pasta frolla friabile, leggermente umida. A Spaccanapoli, a pochi passi da Piazza San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico della città, potrete mangiare la migliore pastiera napoletana: quella di Scaturchio, la cui frolla viene preparata come tanti anni fa, con lo strutto.
Dove mangiare a Napoli in una pescheria
Con un giro di click è facile ricercare e trovate nel web i migliori ristoranti di pesce a Napoli. Ma se non avete pretese in fatto di arredi, comfort e location, vi consiglio di avvicinarvi ai sapori del mare mangiando in una pescheria. Da qualche anno un nuovo trend è approdato nelle vie di Napoli: le pescherie, la sera, si travestono da ristorantini alla mano, dove assaggiare il pescato del giorno, l’impepata di cozze, gli spaghetti con il riccio, una frittura di paranza. È un’esperienza che vi immette negli odori, nei colori e nei sapori del mare, senza fronzoli e senza accorgimenti, spendendo poco. A Napoli suggerisco una cena a Via Pasquale del Torto, da Pescheria E’ Masaniello, ma se avete la possibilità di spostarvi, recatevi nel paesino di Bacoli, terra flegrea a due passi dalla Sibilla Cumana e dalla Piscina Mirabilis. Qui trovate tantissime pescherie che la sera vi cucinano il pescato del giorno. La mia preferita è Bisciù, nella zona del Fusaro, in Viale Vanvitelli.
La pasta e patate di Nennella
Diversi ristoranti propongono una buonissima pasta e patate con provola filante. Mi viene in mente Tufò, famosa trattoria gourmet in Via Posillipo che cuoce la pasta nella forma di Grana Padano intera. Nennella, però, ha un posto speciale nel cuore dei napoletani, dei turisti e di ogni avventuriero che decide di esplorare l’allegria di questa simpatica trattoria dei Quartieri Spagnoli. Ci si ritrova in un teatro all’aperto, in una scena di un film, in un clima di spensieratezza e risate. I prezzi sono bassi e ogni piatto richiama le vecchie ricette tradizionali napoletane. Questa trattoria è una tappa obbligatoria, non solo per assaporare la pasta e patate, ma anche per conoscere la città.
Un panino diventato famoso su Instagram: quello di Puok
Inserite questo burger store nel vostro itinerario napoletano. “Non è cuozzo, non è gourmet: è puok”, dice Egidio Cerrone, fondatore della pagina Instagram italyfoodprn e della paninoteca Puok Burger di Via Cilea, nel quartiere Vomero. I suoi panini sono creazioni sperimentali, frutto di un’ampia ricerca dei sapori campani e di innumerevoli cene a base di street food napoletano. Sono panini soffici e con una leggera crosticina che scricchiola, ripieni di hamburger (ma ci sono anche l’opzione vegetariana e col pollo). La carne è accompagnata da cipolla caramellata e marinata, bacon, formaggi fusi, oppure da parmigiana di melanzane, peperoncini verdi, “salse segrete”, porro in agrodolce, patate al forno o fritte. Un must di Puok è il panino “Mammà”, con polpetta fritta napoletana, provola affumicata, parmigiana di melanzane e fonduta di provola al basilico, un incontro dei principali sapori della cucina napoletana, che ricorda un po’ le ricette delle nostre mamme.
Siete pronti per partire? Ora sapete dove a mangiare a Napoli e dintorni le migliori prelibatezza della cucina di questa terra: vi aspetto! 🙂
Articolo di Carmela Cordova – Book Lover del Club delle ragazze con la valigia
Instancabile lettrice affetta da bibliomania. Laureata in Giurisprudenza, si divide tra tribunali e librerie. Ama i cottage inglesi, i mercatini locali, le città attraversate dai fiumi e i film degli anni Cinquanta.