La mostra di Gaetano Previati è prorogata fino al 27 dicembre 2020.
Allestita nelle sale del Castello Estense di Ferrara, la Mostra di Gaetano Previati è organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea con la collaborazione del Museo d’Arte Antica e Sacra. Curatrice, Chiara Vorrasi.
Tra simbolismo e futurismo: la mostra di Gaetano Previati
Una mostra tutta dedicata all’artista ferrarese in occasione del centenario della sua morte. Dipinti a olio, disegni e pastelli, provenienti da Collezioni private e Istituzioni Pubbliche, sono esposti in un percorso che cerca di rivedere il ruolo del grande pittore nel periodo tra ‘800 e ‘900. Un’epoca di grandi mutamenti e sperimentazioni dell’arte italiana e non solo. Tutta l’Europa artistica si presentava ricca di grandi novità. Molti i movimenti che si susseguirono negli anni a cavallo tra i due secoli, tutti intenzionati a tagliare i ponti con l’arte tradizionale, “accademica” e carichi di spunti filosofici e scientifici che porteranno alla “modernità”.
Il focus della Mostra sta nel voler rivalutare il ruolo di Gaetano Previati come precursore e anticipatore delle nuove tendenze dell’arte italiana, culminata nell’avanguardia futurista di Umberto Boccioni.
Il percorso espositivo
La mostra di Gaetano Previati é ospitata nelle sale del Castello Estense. Molte sono le opere, corredate anche da documentazioni inedite. Il dipinto che appare sul manifesto all’entrata del castello e che si trova in tutte le locandine è quello che troverete alla fine del percorso, nell’ultima sala. La riproduzione non rende l’effetto cromatico di questo dipinto. “La ferrovia del Pacifico”, parte di una serie di opere intitolata le Vie del Commercio, realizzate per la Camera di Commercio di Milano tra 1914 e 1916, è di un’intensità cromatica difficilmente riproducibile dalle fotografie. Predominanti due colori, il grigio dello sfondo in alto ed il giallo, intenso e caldo, che occupa la parte centrale, in basso una parte più scura che esalta e illumina la parte superiore. La tecnica dei colori divisi crea un effetto così luminoso che rimane impresso negli occhi per molto tempo. Un treno sbuffa e corre su un altissimo viadotto, sembra avviarsi verso un futuro di luce. La tela è un grande pannello verticale, il punto di vista è dal basso, l’altezza crea quasi una sensazione vertiginosa, una linea di forza verso l’alto che ne fa l’emblema della modernità. Sono partita dalla fine perché il percorso è un racconto che, dalle prime opere scure e cupe, attraverso le vibrazioni cromatiche della pittura divisionista, arriva alla luce intensa dell’ultima opera. Dai temi tradizionali si passa agli effetti delle atmosfere simboliste e visionarie, agli stati d’animo dei paesaggi fino ai temi più moderni, il treno, tanto caro anche al futurista Umberto Boccioni.
Le sale della mostra di Gaetano Previati
La mostra si apre con una sala dedicata alle prime prove del pittore legate alla sua formazione tardo-romantica ma già suggestive per i temi e la tecnica pittorica. In questa sala sono rimasta colpita dall’opera “Comunicande”. Lo scuro del fondo e il chiaro in superficie formano delle figure quasi spettrali avvolte da nuvole d’incenso. La caratteristica di questi dipinti è una tavolozza molto scura ma carica di effetti luminescenti e fumosi che creano un’atmosfera drammatica.
Sperimentazioni divisioniste

Gaetano Previati, Nel Prato (Pace), 1889-1890. Olio su tela. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti. Su concessione del MiBACT.
Dai colori tenebrosi si passa alle sale più luminose dove le grandi tele si accendono grazie alla nuova tecnica. L’incontro fondamentale dell’artista è quello con il divisionismo. Il dipinto “Nel Prato” è l’esempio dell’applicazione di questa tecnica pittorica che dà la possibilità, attraverso la scomposizione del colore, di dipingere le vibrazioni luminose della luce, facendo “brillare” i colori e le forme. Piccoli filamenti cromatici si susseguono creando un movimento, una vibrazione che attrae e affascina emotivamente. Mi ha colpito molto l’effetto che questa tecnica riesce a conferire all’insieme dell’opera. Le forme sembrano torcersi sulla tela, i colori puri sono disposti in linee sinuose dando all’insieme movimento e consistenza materica.
Verso il futurismo
In questa versione del 1909, i due amanti sono stretti in un abbraccio che li sospinge verso l’alto, in un’estasi quasi infinita. L’atmosfera, con l’accostamento di tonalità calde e fredde, sembra farsi evanescente. Le forme scompaiono, si mescolano con lo sfondo, diventando fluide come l’ambiente. L’effetto è quello descritto da Umberto Boccioni nel 1911.
“Con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito, e il soggetto è già pronto a trasformarsi in stato d’animo”. Proprio questo dipinto sembra essere stato d’ispirazione per il trittico di Boccioni, Stati d’animo, del 1911.
Boccioni e De Chirico furono due artisti che apprezzarono molto l’arte di Previati e lo considerarono uno dei più grandi innovatori dell’arte italiana. Il primo per le grandi capacità di esprimere emozioni e stati d’animo attraverso una tecnica nuova, il secondo per le sue visioni simboliste che oltrepassavano la rappresentazione della mera realtà.
Visioni simboliste
Questo è il dipinto che più mi ha ipnotizzato. Un emblema del simbolismo di Previati, dove in un prato di margherite e di fiori colorati sboccia quasi per incanto un’emozione, un sentimento che si fa materia, avvolto in una nuvola di pennellate fluide e ascendenti. Attraverso l’arte e la tecnica pittorica la natura si fa visione ed emozione. L’arte è un sogno, un mistero, come la vita.
La visita è finita ma sono molte le cose che mi sono rimaste, in particolare ho scoperto uno sguardo nuovo, forse più attento ma anche più leggero e mi sono lasciata trasportare semplicemente dalle emozioni. Visitando la mostra mi sono sentita di nuovo libera e felice di poter ammirare le opere dal vivo, di poter scoprire o meglio riscoprire i luoghi a me cari, attraverso una nuova sensibilità.
Forse, come diceva Warhol, l’arte è inutile ma la sua inutilità è essenziale!
Visitare Ferrara, alcuni consigli
Il Castello Estense
Il Castello Estense fu costruito nel 1385 per volere di Nicolò II d’Este, si trova proprio nel centro della città ed è cinto da un grande fossato. Una fortezza costruita non per difendersi dall’esterno ma dai suoi stessi cittadini, in un momento di grandi disordini sociali. Nel corso dei secoli divenne una bellissima residenza signorile, raggiungendo il massimo splendore nel Rinascimento. Il Castello è il simbolo di Ferrara e si può visitare insieme alla mostra di Gaetano Previati, volendo anche con una guida. Ho scelto il percorso di visita fino alla Torre dei Leoni, la più antica delle quattro, inglobata nel Castello. Arrivati alla torre, dopo una scalinata mozzafiato, si può vedere Ferrara dall’alto in tutta la sua magnificenza.
Nelle sale del Castello si possono ammirare i bellissimi affreschi che, danneggiati dal terremoto del 2012, sono stati messi in sicurezza con l’applicazione della carta giapponese e sono in attesa di restauro.
Merita una pausa nel Giardino degli Aranci, dove le piante di aranci sono disposte in vasi di legno, davanti al bel loggiato.
Il centro città
Ferrara è una città molto bella e suggestiva, in particolare la sera. La Cattedrale di San Giorgio, altro simbolo della città, è spettacolare. La facciata molto particolare, a tre cuspidi, porta i segni delle varie epoche. Ancora in restauro nella parte centrale si può ammirare nelle parti laterali in tutta la sua bellezza. La fiancata col lungo loggiato ospita i negozi sulla Piazza Trento Trieste.
Le vie del centro sono piene di bei locali, molto vivaci. Da non perdere Via delle Volte, la più famosa e lunga.
Dove dormire a Ferrara
Se volete fermarvi a Ferrara, un hotel carino è il Mercure Hotel che si trova in una posizione ottima, proprio di fronte al Castello Estense. Sono molti i locali che offrono la cucina tipica ferrarese, io mi sono lasciata ispirare da una pizza filosofica, dai “Sofisti”.
Mostre in corso
- “Un artista chiamato Banksy” Palazzo dei Diamanti, fino al 27 settembre 2020, l’ultimo fine settimana aperto sempre, giorno e notte.
- “Schifanoia e Francesco del Cossa. L’oro degli Estensi. Palazzo Schifanoia, fino al 10 gennaio 2021.
- “Pittori fantastici nella Valle del Po”. Padiglione di Arte Contemporanea, fino al 27 settembre 2020.
- “Biennale Donna. Attraversare l’immagine: Donne e fotografia tra gli anni cinquanta e gli anni ottanta”. Palazzina Marfisa D’Este, fino al 22 novembre 2020.
Tutte le visite sono contingentate e da prenotare online su prenotazionemusei.comune.fe.it
Articolo di Morena Schiffo – Art Lover del Club delle ragazze con la valigia