In attesa del Natale, come ogni anno, annotiamo sul cellulare o su un post-it i titoli dei libri da regalare a chi vogliamo bene, perché per un lettore non c’è rito più affascinante dell’indagine in libreria e nella propria memoria sugli scrittori che ci hanno più appassionato di recente, per poter regalare quella dose di intima e privata gioia a una persona importante nella nostra vita. Regalare libri è bello quasi quanto riceverli, è come donare una piccola parte di sé, è come dire a una persona: questo oggetto contiene emozioni, abbine cura.
Qualche settimana fa il Guardian ha pubblicato una lista di 40 libri scritti da donne consigliati da Elena Ferrante. Da fervida lettrice, non potevo non spulciare questi titoli e ricavarne alcuni dei miei preferiti. Ecco, se dovessi scegliere dei libri da regalare a Natale, questi sarebbero i top 5 nelle mie note sul cellulare.
Libri da regalare a Natale: 5 titoli consigliati da Elena Ferrante
Americanah, Chimamanda Ngozie Adichie
Originale, profondamente sincero e inavvertitamente forte come uno schiaffo in faccia.
La protagonista di questo romanzo è Ifemelu, una giovane nigeriana che realizza il sogno di studiare a Princeton. Giunta negli USA, inizia a scrivere sul suo blog, “Razzabuglio”, quello che le capita e, in particolare, le più sottili sensazioni che un “non bianco” prova quando deve socializzare, camminare, studiare, frequentare luoghi, vivere negli Stati Uniti.
Colpisce la sua precisa analisi delle diverse categorie di non bianchi, la riconduzione di una certa identità a un gruppo da parte della massa. Chimamanda descrive la sensazione di inadeguatezza, che tutti abbiamo provato nella vita, andando a raccogliere emozioni e dettagli che chi si trova spesso dal lato della “massa” non comprende, pur non ritenendosi razzista. Emozioni che, se da un lato spingano a risentirsi e ad autoconservarsi, dall’altro portano chi si sente inadeguato a omologarsi agli altri, se non altro per non soffrire.
In questo romanzo non c’è solo una critica al modo egoistico e superficiale di considerare gli altri, ma c’è anche una tenera storia d’amore che lega Ifemelu alla città di Lagos, dalla quale non può restare per sempre lontana. Apparenza e inganno, pregiudizi e individualismo, identità e crescita personale. Nostalgia e amore. Questo libro va regalato a chi è in cerca di un romanzo che riveli le cose come stanno al di là del nostro mondo ovattato e che, al tempo stesso, parli del primo amore con tanta delicatezza.
Fato e Furia, Lauren Groff
Un romanzo che sa di opera teatrale (per i riferimenti, il titolo, il tono).
Lauren Groff racconta la storia di un matrimonio, quello tra Lotto e Mathilde, apparentemente senza problemi, sostanzialmente pieno di segreti e risentimento. Le personalità dei protagonisti sono come il fuoco e il ghiaccio, come il sole e la luna, come fato e furia. Lui, così solare, bello, talentuoso, sicuro di sé. Lei, così taciturna, schiva, è, in realtà, un uragano pronto a sconvolgere ogni cosa. Si amano molto Lotto e Mathilde, ma il matrimonio è un compromesso troppo ingombrante, come un terzo attore in scena. Dentro questa unica trama si snodano diverse storie di amicizia, sesso e famiglia che si condensano in un unico racconto tragico. Tutto questo è mescolato da una scrittura fluida e dettagliata che non lascia nulla al caso. Le frasi sono spesso brevi, le espressioni sono forti, colorate dalla irruenza della schiettezza della Groff, ma le parole hanno un suono poetico raggiungendo combinazioni straordinarie. Un libro da regalare a chi ama le storie d’amore imperfette e il teatro e a chi cerca sempre una scrittura intensissima.
Amatissima, Toni Morrison
La penna è quella di un Nobel per la Letteratura, il tema è quello della schiavitù a fine Ottocento negli Stati Uniti.
È uno dei romanzi più belli che siano stati mai scritti sulla segregazione razziale e sulla ricerca della libertà. La Morrison ha uno stile potente che si manifesta in un modo particolare: è volutamente lenta, raffinata, precisa. Questo non fa che rendere il lettore sempre più vicino alla protagonista, come se gli si scavasse dentro uno shock continuo, uno sconvolgimento sentito. Le descrizioni sono così violente e lo stile è così vellutato che il risultato è quella combinazione perfetta che ha prodotto un capolavoro della letteratura americana. Il romanzo è ispirato a una storia vera, contaminata, però, dalla presenza di uno spiritello nella casa dove una donna sfuggita alla schiavitù trova rifugio e una parvenza di libertà. Non posso anticiparvi altro. Vi preannuncio solo che parla di maternità e di arbitrio, di dolore, un dolore perpetuo, incancellabile come la barbarie che l’ha generato.
Persone normali, Sally Rooney
Ambientato in Irlanda, racconta l’amore tra Marianne e Connell, dal liceo al college. Qui lo stile di scrittura non si rifinisce di eleganza, non è ridondante, non vuole colpire il lettore. La scrittura è così secca, fatta quasi solo di botta e risposta, da far emergere unicamente i fatti, nudi e crudi. Questo romanzo è tutto fatto di contenuti, tutto così sfacciatamente pieno di verità. I protagonisti vivono una storia d’amore vittima della superficialità e dell’ipocrisia che governa il mondo dei Millennials. Non si scava a fondo per conoscere una persona perché tanto esiste già un giudizio dato dalle convenzioni, da quello che si dice in giro di lei. E così, per il timore di non piacere agli altri, si rischia di sacrificare la propria felicità.
arianne e Connell, però, sono diversi, loro due si amano perché conoscono aspetti l’uno dell’altra inaccessibili al resto del mondo. Eppure, anche loro due si lasciano dominare dal desiderio di essere come tutti, di essere “persone normali”. Ma cosa significa essere normale? Esiste un modo per appianare le differenze e apparire inscalfibili, perfetti, per nulla fragili? Questo romanzo fa emergere quanto l’insicurezza possa alterare una scelta di vita e quanto facciamo dipendere la nostra vita dalle insicurezze degli altri.
L’isola di Arturo, Elsa Morante
Capolavoro italiano vincitore del Premio Strega nel 1957.
La Morante scrive un romanzo d’amore e di odio poco ruffiano, che mi è sembrato un grido di disperazione. La storia di Arturo, ragazzino che vive a Procida abbandonato dal padre, è toccante. Il lettore sente di voler salvare quel ragazzo a tutti i costi, ne condivide il dolore per l’assenza del padre e per il rifiuto del suo unico amore. La psicologia di Arturo si fa chiaramente spazio a ogni pagina. Minuziosamente vengono descritte le sue convinzioni, i suoi pensieri, l’origine dei suoi ragionamenti, le sue sensazioni.
Dentro di sé, complice una grande solitudine, ha prodotto un mondo ideale in cui suo padre è perfetto e non aspetta altro che lui diventi grande per portarlo in giro per il mondo. La disperazione e la tristezza vengono a galla quando Arturo inizia a smantellare il mondo che ha dentro di sé perché la realtà bussa prepotentemente alla sua porta. L’isola di Arturo è un romanzo di formazione sulla crescita e l’abbandono, sulla forza e sull’istinto dell’uomo di volersi bene e salvarsi da un legame marcio. Unico, grazie anche alla voracità delle parole, alla grandiosità e alla potenza della scrittura della Morante, alla poeticità di alcune espressioni e metafore che i lettori mai dimenticheranno.
Tra questi 5 libri da regalare a Natale, avete già scelto quello più adatto? Se avete altri titoli da consigliare, raccontateceli nei commenti!
Articolo di Carmela Cordova – Book Lover del Club delle ragazze con la valigia
Instancabile lettrice affetta da bibliomania. Laureata in Giurisprudenza, si divide tra tribunali e librerie. Ama i cottage inglesi, i mercatini locali, le città attraversate dai fiumi e i film degli anni Cinquanta.