Donne discriminate perché donne. Donne discriminate perché non bianche, perché sposate con figli, perché non cisgender. Donne discriminate perché povere, donne discriminate perché single, perché troppo giovani, troppo vecchie, o perché hanno un basso livello di istruzione.
Le discriminazioni si moltiplicano quando si combinano con la questione di genere. Per le donne è sempre tutto più difficile. È come avere un mantello invisibile che traccia la nostra inferiorità, ci segna come Altro dall’uomo, come essere umano di serie B. Non sempre è sufficiente l’impegno per avere successo. A quello aggiungiamoci la lotta, la tenacia, l’attivismo. Allo studio, al lavoro, aggiungiamo la caparbietà, il coraggio, la collera convertita in saggezza.
Empowerment femminile: 5 TED Talks di femministe che hanno infranto interi muri di stereotipi
1. Sheryl Sandberg – Sul perché le donne leader sono troppo poche
Sono 3 le lessons learned sulla Leadership femminile promulgate e lasciate alla nuova generazione di donne dalla Direttrice Operativa di Facebook, Sheryl Sandberg.
La prima: “Siediti al tavolo”. Nel suo percorso Sandberg ha incontrato donne che si sottraevano ai tavoli principali mettendosi negli angoli di una sala conferenza per timore reverenziale, per l’angoscia di sentirsi osservate. Prendiamoci il nostro posto al tavolo e rompiamo il tetto di cristallo partendo da una sedia in riunione.
La seconda: “Scegli un compagno che sia un vero compagno”. Nelle coppie etero accade spesso (troppo spesso) che la cura della famiglia ricada quasi completamente sulla donna, anche quando entrambi i partner lavorano. Non fatevi ingannare, sceglietevi un partner che vuole riconoscersi care-giver quanto voi.
La terza: “Non arrenderti mai, soprattutto quando le cose diventano difficili”. Di solito, la carriera di una donna rallenta quando diventa madre. Ecco, questo fenomeno sociale deve cambiare. La maternità va supportata dalle aziende, va riconsiderata alla stregua di un fattore che genera più skills, e noi, noi non dobbiamo arrenderci quando tentano di metterci da parte. Combattiamo, e conquistiamo.
Guardate qui il suo intervento.
2. Kimberlè Crenshaw – L’urgenza dell’intersezionalità
C’è il suo nome sotto la teoria critica della razza, ma soprattutto è lei che ha introdotto il concetto di intersezionalità. Giurista, femminista, studiosa del razzismo, Kimberlè Crenshaw ci parla dell’urgenza di risolvere un fenomeno di cui i giornali non parlano e i politici non si curano. In una donna di colore, genere e razza si intersecano creando un double issue, una doppia discriminazione che genera un pregiudizio inconsapevole nelle persone. In questo TED ci spiega come ha iniziato a parlare di intersezionalità raccontando del caso Degraffenreid. Nel 1975 la denuncia di Emma Degraffenreid nei confronti di General Motors non fu considerata meritevole di prosecuzione perché il giudice non riteneva che Emma fosse stata scartata a un colloquio per essere nera e donna. Un caso di ingiustizia che ha dato vita a movimenti epocali confluiti nel Black Feminism.
Guardate qui il suo intervento.
3. Caroline Paul – Per crescere ragazze audaci, incoraggiatele
È straordinario questo TED. Caroline Paul è straordinaria. Pilota di parapendio e vigile del fuoco, ci insegna l’arte del coraggio. Sulla base di dati e analisi che riporta, spiega che le donne interiorizzano la paura sin da bambine, quando viene loro insegnato a “fare attenzione” e “stare attente” molto più di quanto non si faccia con i bambini. Questa paura di esprimerci in pubblico, fare il primo passo, rompere gli schemi, rincorrere il sogno di diventare vigile del fuoco è l’esito di un’educazione all’essere fragili, impaurite e vulnerabili. È uno dei motivi per i quali ci si stupisce se una donna va incontro al fuoco per spegnerlo, pur avendo la divisa da pompiere. Non solo ci si stupisce se una donna è vigile del fuoco, ma ci si stupisce anche del suo coraggio. Questo è un TED necessario, perché suggerisce un approccio diverso, fatto di gestione e valutazione del rischio, che potrebbe infondere coraggio nelle donne delle future generazioni.
4. Leila Hoteit – Tre lezioni sul successo da una donna araba in carriera
“Trasforma la merda in energia”, applausi, sorrisi, così inizia il TED di Leila Hoteit, ingegnera e manager in diverse grandi aziende. È il primo consiglio di Hoteit per farsi portatrici di resilienza e puntare al successo, instancabilmente. Racconta di quanto essere donna nel mondo arabo sia più duro dell’essere donna nel mondo occidentale. Un esempio di intersezionalità da seguire con attenzione. Ha contrastato le offese delle persone che la considerano una pessima madre solo perché lavora, superandole, non senza rimanerne ferita, e considerandole il risultato di pregiudizi inconsapevoli e complessidi chi non riesce a emergere. Da qui, la sua seconda lezione: “Sii felice, fa impazzire la gente”, perché il successo è la migliore vendetta. Ancora applausi, l’emozione aumenta. Poi, l’ultimo suggerimento alle donne occidentali. Nel mondo arabo, la lontananza dalla sfera pubblica ha rafforzato reti di donne nei salotti, per telefono, in associazioni e appuntamenti al bar. Le donne arabe sono coese, si spalleggiano. Leila stessa ci rivela che i progetti di cui va più orgogliosa sono quelli che le sono stati proposti da colleghe. Donne che supportano donne. Invece in Occidente, secondo lei, c’è troppa competitività tra donne. La terza lezione è: “Unisci le forze, non competere.”
5. Tracee Ellis Ross – La collera di una donna contiene vite di saggezza
È un’attivista e una performer Tracee Ellis Ross. Crede nella collera, come nutrimento per ottenere saggezza e cambiamento. Racconta di un orribile momento vissuto da una sua amica che, intenta a compilare un modulo in posta, è stata materialmente presa e spostata da un uomo perché di “intralcio”. Un corpo trattato come un barattolo da prendere e spostare, una persona annientata, l’ennesima donna da rimuovere perché di ostacolo a un uomo. La cultura sta cambiando, dice Tracee. È tempo. È tempo di invitare le donne a smettere di prendersi la responsabilità dei comportamenti degli uomini, e a smettere di razionalizzare pensando che il problema siamo noi. Noi che non abbiamo sentito, che potevamo fare di più, che dovevamo aiutare lui a capire come fare. È tempo che la smettiamo. Ed è tempo che siano gli uomini a prendersi la responsabilità dei loro comportamenti insani. Un’analisi lucida dei comportamenti maschili e femminili sulla base di un singolo episodio di brutalità, che però richiama secoli di ingiustizia.
Guardate qui il suo intervento.
Se vi sono piaciuti questi 5 interventi sull’empowerment femminile, condivideteli anche con i vostri contatti, e che siano non solo donne, soprattutto uomini a leggerli e ascoltarli: sarà un piccolo gesto che porterà col tempo a grandi cambiamenti!
Articolo di Carmela Cordova – Book Lover del Club delle ragazze con la valigia
Instancabile lettrice affetta da bibliomania. Laureata in Giurisprudenza, si divide tra tribunali e librerie. Ama i cottage inglesi, i mercatini locali, le città attraversate dai fiumi e i film degli anni Cinquanta.