PARTE SECONDA
L’indomani ci rechiamo in visita al Palazzo Imperiale (Kokyo, la residenza imperiale) e ai giardini est del parco. Premessa: il palazzo e gran parte del parco non sono di norma visitabili e non si tratta di una tappa imperdibile.
In estate poi non è neanche particolarmente consigliabile, visto che è tutto sotto il sole, però per me è divertente confondermi tra la folla di turisti giapponesi e osservarli mentre scattano le foto di gruppo con lo sfondo del palazzo e del ponte Nijubashi. Arrivare al Palazzo non è difficile, scendiamo alla stazione di Tokyo e procediamo a piedi per circa 10 minuti, passando per Marunouchi e i suoi grattacieli. Il caldo è asfissiante ma riusciamo ad arrivare al complesso imperiale, circondato dal fossato.
Dopo un giro della zona, decidiamo di cambiare rotta e dirigerci verso Shinjuku. Passeggiamo in lungo e in largo, perdendoci tra i negozi, ma il caldo non dà tregua, così, in cerca di un po’ di fresco, decidiamo di andare al giardino nazionale di Shinjuku Gyoen, parco della zona e uno dei più grandi di Tokyo (bellissimo durante la fioritura dei ciliegi).
In un attimo ci ritroviamo dal caos cittadino a una vera e propria oasi di pace: il frinire incessante delle cicale è l’unico suono che possiamo sentire, ne approfittiamo per goderci questo momento di pace e relax.
Usciti dal parco, ci dirigiamo a Shibuya: eccoci ripiombati a mille all’ora al centro del mondo. Shibuya è il quartiere dei giovani, il quartiere delle mode, pieno di vita e di gente, che dà proprio l’idea di ritrovarsi in un immenso parco giochi, una giostra coloratissima da cui è veramente difficile scendere, ed è l’ideale per mescolarsi un po’ tra la gente, perdersi tra le sue strade e dedicarsi a un po’ di shopping.
Amo Tokyo. La sento come fosse casa mia, potrei girarla ore senza stancarmi mai. Non so, sarà il mio “animo metropolitano” che tende a farmi apprezzare maggiormente le metropoli rispetto ai centri più piccoli e che mi permette di orientarmi meglio, ma girare a Tokyo per me è veramente la cosa più facile e naturale al mondo, mi sento a casa.
Il percorso che conduce al tempio è piuttosto lungo ed è totalmente immerso nel bosco. L’ombra degli alberi ci regala un po’ di frescura, e le cicale con il loro continuo frinire ci accompagnano per tutto il tempo: la strada sembra veramente non finire mai! Ecco i barili di sake, donati dai fedeli al tempio, che si trovano in tutti i templi shintoisti e sono usati durante i riti di purificazione.
La particolarità del Meiji Jingu è che, oltre ai barili di sake, trovate anche barili di vino, soprattutto francese. Ed eccoci arrivati finalmente all’ingresso del tempio. Ecco la fontana delle abluzioni, dove ci dirigiamo più per rinfrescarci che per purificarci prima di accedere al tempio.
Ormai sta arrivando la sera (in Giappone il sole cala presto) e cominciamo ad avviarci verso l’hotel, ma prima una tappa ad Akihabara: conosciuta come la città dell’elettronica e dei manga, il regno degli otaku, dei videogiochi e dei maid cafe, i famosi locali in cui lavorano ragazze vestite da governanti (le maid, appunto).
E’ un quartiere difficile da definire, sicuramente molto particolare e visitarlo di sera, come abbiamo fatto noi, è un’esperienza particolare. La zona è piuttosto frenetica di giorno, di sera è un po’ più tranquilla, le luci al neon illuminano le strade e creano uno spettacolo bellissimo. Ultimi giri prima di andare a nanna: la stanchezza si sente, e domani ci aspetta la gita a Kamakura!
Claudia
10/06/2014 alle 20:05 (9 anni fa)Le mie personali impressioni sul Giappone!
Un saluto da Berlino
Claudia
http://www.lasnoblovesberlin.com/search/label/%23Giappone
Silvia Cartotto
19/05/2014 alle 21:08 (9 anni fa)Hi darling, this is a guest post. The author is Daniela, from the blog mentioned above. I hope to go there one day. 🙂
Louise O Reilly
18/05/2014 alle 22:59 (9 anni fa)I love your photos, your so lucky to have gone to Japan! My mum has gone to Japan about five times. She loved it, but as you say its very busy! 🙂
Stylemecurvy.blogspot.com